Chi non ricorda la mitica Lambretta che ha segnato un pezzo di storia sociale e di costume dell'Italia del secondo dopoguerra... La celebre motoretta ha accompagnato il progresso della nazione verso gli anni del boom che avrebbero significato ripresa economica e adeguamento verso gli altri stati europei. La Lambretta divenne presto uno status symbol di quegli anni e, almeno agli inizi, rappresentò il mezzo di locomozione al quale si indirizzarono anche i nuclei familiari. Spesso accadeva di vederne transitare con a bordo marito e moglie in una gita fuori porta o come svago nei momenti di tempo libero. Certamente si ricorderà le donne sedute in sella in maniera oggi dimenticata: non ancora a cavalcioni, ma con entrambe le gambe rivolte verso uno dei lati della motocicletta. Con abbigliamenti oggi improbabili e un perenne sorriso sul volto a «timbrare» la soddisfazione per la conquista di un mezzo che era di fatto un'affermazione di una seppur contenuta scalata sociale.
Ebbene oggi quella Lambretta degli anni Cinquanta e Sessanta torna sotto i riflettori in una mostra che si aprirà a Milano il 25 novembre e che intende celebrare una delle due ruote più famose del XX secolo. L'esposizione, in collaborazione con il Comune di Milano, resterà aperta alla galleria L'Acanto (via Noe 23) fino al 27 gennaio ed è stata voluta da Mariella Torre per ricordare la memoria del padre Pier Luigi Torre che, della Lambretta, fu l'apprezzato progettista. A disposizione dei visitatori anche un filmato inedito dal titolo "Rose e matematica" realizzato dalla regista Roberta Torre, nipote del designer Pier Luigi. Le immagini accompagneranno lo spettatore in un magico tuffo nel passato, fatto di immagini in bianco e nero e di ritratti di vita familiare che, come anticipato, si legano profondamente al ruolo che la Lambretta ebbe al momento della sua uscita e negli anni successivi.
«Vedere la prima Lambretta è stata un'emozione - racconta Mariella Torre -. Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui mio papà radunò tutta la famiglia davanti alla finestra per vedere la prima che passava sotto casa».
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