Estoril. È mancato tantissimo a tutto il motomondiale, non solo alla Ducati, che senza Casey Stoner non si è più vista, se non fortuitamente, nelle prime posizioni. Così, quando alle 15,30 locali (le 16,30 in Italia) Casey si è presentato alla conferenza stampa appositamente organizzata, in molti hanno tirato un sospiro di sollievo. Perché, dopo aver fatto perdere le tracce per oltre due mesi, dopo aver saltato tre Gp, in tanti erano convinti che Stoner non sarebbe mai più tornato.
«Ne ho sentite di tutti i colori - dice finalmente sorridente, anche se non completamente ristabilito -, sono state fatte mille illazioni, anche divertenti. Alcune erano veramente assurde, come quella che avrei smesso di correre: non ho mai pensato nemmeno per un secondo di mollare, perché le gare in moto sono tutta la mia vita». Vero, ma vero anche che allora ci si chiede che cosa sia successo: «Per la verità non lo so esattamente, ma dopo Donington (26 luglio, ndr) era giunto il momento di fermarsi. Il mio obiettivo era quello di tornare in Repubblica Ceca (16 agosto, ndr), ma i medici, la mia squadra, i miei genitori e mia moglie mi hanno convinto a fare ulteriori accertamenti, per trovare una soluzione certa».
Curato da una equipe di quattro specialisti di vario genere, a Stoner è stato diagnosticato un problema di pressione arteriosa bassa e una mancanza di sodio, che determinavano levidente spossatezza del pilota dopo ogni Gp. «Il mio cuore - spiega Casey - ancora oggi non raggiunge le soglie alle quali dovrebbe lavorare normalmente. Non sono ancora al meglio della condizione fisica e non so bene come reagirà il mio corpo a questo sforzo, ma sto meglio di prima. Quando sono tornato in Australia, mi sono riposato e basta, sottoponendomi soltanto agli esami richiesti. Sono ingrassato quattro chili (da 56 a 60 kg, ndr): l'obiettivo è tornare in forma al più presto, ma è ragionevole pensare che lo sarò per la prossima stagione».
Tra le tante ipotesi fatte, si è parlato anche di una crisi con la Ducati. «Mai avuto un problema con la Ducati, anzi, li devo ringraziare per il rispetto che hanno avuto nei miei confronti. La decisione di tornare in Australia a farmi curare è stata solo mia e loro hanno capito che avevo bisogno di stare da solo. In questo periodo, non ho visto nemmeno una gara in televisione, anche se ero sempre al corrente dei risultati». Quanto ai contatti inizialmente avuti dal team con Lorenzo, risponde diplomatico: «Non mi hanno dato fastidio: io ero in Australia e la Ducati doveva preoccuparsi del suo futuro. Purtroppo questa non è stata una stagione facile, ho commesso parecchi errori o, comunque, non sono riuscito a sfruttare al meglio il potenziale della moto. Questo mi ha fatto stare male, non riuscivo a guardare in faccia i miei meccanici che hanno sempre dato il 110%».
Lo dovrà fare da stamane, prima sessione di libere di questo Gran premio del Portogallo. «Come affronto il week-end di gara? Sono un po' nervoso.
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