Ferrari, che succede? Il GP della Cina scopre i punti deboli

La prestazione opaca della Ferrari nel GP di Cina fa riemergere vecchie paure e mette a nudo le difficoltà della SF-24, una vettura che necessita aggiornamenti

Ferrari, che succede? Il GP della Cina scopre i punti deboli
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Il Gran Premio della Cina ci ha consegnato un'ennesima prova straripante di Max Verstappen, autore di una tripletta che sa di invulnerabilità: pole position, vittoria nella Sprint Race e nella gara completa. La Ferrari che alla vigilia del GP aveva dichiarato di puntare al podio e di entrare in lotta, almeno, con la seconda delle Red Bull - quella di Perez - esce totalmente ridimensionata. Sulla pista di Shanghai, dove non si correva dal 2019, ultimo anno prima della pandemia di Covid-19, la Rossa non solo ha visto troppo da lontano le monoposto del team diretto da Christian Horner, ma ha dovuto ammirare la crescita della Mclaren che si è insediata sul podio con Lando Norris, bravo a cogliere la medaglia d'argento. Ovviamente, l'avventura nella terra del Dragone è stato il primo capitolo sbiadito della breve stagione dei ragazzi di Vasseur, ma questo boccone amaro fa tornare alla luce vecchie crepe e difficoltà.

Cosa non ha funzionato in Cina

La Cina ci porta in dote una Ferrari che per la prima volta scende dal podio. Nelle prime quattro gare dell'anno almeno una monoposto del Cavallino è sempre salita su uno dei tre gradini, in Australia addirittura su quello più alto di tutti con Sainz. Stavolta, la musica è stata diversa. La corsa asiatica ha fatto riemergere vecchie paure e tante perplessità, infatti la Ferrari stavolta non ha attaccato ma si è guardata prepotentemente alle spalle. Una corsa in salita, fin dalle fasi iniziali. Il duello fratricida tra Charles Leclerc e Carlos Sainz, con il monegasco che ha sbarrato la porta in faccia all'iberico dopo lo start, ha compromesso gran parte della gara del numero 55. "Ciò che abbiamo fatto al via ci è costato due posizioni, abbiamo perso tempo e poi lo abbiamo pagato caro", ha dichiarato lo spagnolo.

Ferrari

Senza contare le proverbiali difficoltà mostrate dalla SF-24 a digerire la gomma hard. La Rossa non riesce a mandare in temperatura tanto in fretta la mescola più dura, come dimostrato dalla stint di Leclerc di mezzo secondo a giro più lento della Mclaren, quando con la media era nettamente più veloce delle monoposto di Woking. Anche la sfortuna ci ha messo del suo, palesandosi al 39esimo giro sotto forma di Safety Car dopo il ritiro di Valtteri Bottas. Fino a quel momento Leclerc era lanciatissimo all'inseguimento della seconda posizione, dopo - complice la sosta e il passaggio alle gomme hard - è iniziata la discesa. Alla fine sono arrivati un quarto con il monegasco e un quinto posto con Sainz, poca roba per chi ambisce a vincere il titolo costruttori.

Ferrari e la poca competitività in qualifica

Un altro punto debole della Ferrari è la qualifica. In Cina Leclerc e Sainz, non sono andati rispettivamente oltre il sesto e settimo posto sulla griglia. Partire troppo indietro aumenta i rischi di restare imbottigliati nel traffico e dietro a qualche macchina più lenta, compromettendo tutto il weekend, dato che la SF-24 ha dimostrato, spesso e volentieri, la sua indole da gara. Di questo problema ne ha parlato anche il team principal Frederic Vasseur: "Partire così lontano non è ottimale. Ci sono sei o sette macchine raccolte in un decimo. Se non sei perfetto rischi di passare da terzo a ottavo in un attimo. E poi tutto si complica".

Adesso, come avrebbe detto il vecchio numero uno del muretto del Cavallino, Maurizio Arrivabene, "testa basse e pedalare".

Leclerc invoca gli aggiornamenti, che dovrebbero essere disponibili già a partire dal prossimo GP di Miami. L'augurio per il popolo di Maranello è che siano efficaci fin da subito. Anche perché la concorrenza non sta a guardare e, come dimostrato dalla Mclaren, se si lavora bene si ottengono facilmente punti pesanti.

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