Mourinho: «Adesso posso alzarmi? Sicuri?»

Dopo aver lasciato la conferenza stampa mentre l'interprete stava ancora traducendo le sue parole, Josè Mourinho ieri sera al termine di Auxerre-Madrid ha chiesto ai giornalisti se poteva andarsene. In Spagna si sta facendo nuovi nemici

«Ma è vero che lei suggerisce ai giocatori cosa devono rispondere ai giornalisti a fine partita?».
Josè Mourinho lo ha guardato malissimo, ha evitato di rispondergli ma è stato il primo segnale della sua irrequietezza. Il giornalista del Pais c'è rimasto male, probabilmente sapeva che era assolutamente vero: Josè lo ha sempre fatto. Nessuno ha mai avuto la sfrontatezza di chiederglielo quando era qui a Milano, ma i segnali che i giocatori riferissero monotoni certe risposte era palese. Mai una riga fuori posto, ironia zero, Santon disse scherzando che era il terzino destro più forte del mondo e subito dopo pregò quasi in ginocchio di non scriverlo altrimenti Josè lo azzannava. La battuta è diventata un titolo, peraltro ampiamente spiegato, ma lui per un po', un bel po', non ha visto la squadra. I giocatori con risposte scontate, lui mai banale, sono la doppia faccia di una stessa squadra e Josè non si smentisce neppure a Madrid dove la stampa lo attacca e gli rimprovera di non divertire e invece creare continue polemiche. «Non diverto? - fa lui -. Vabbè, non posso promettere il bel gioco. Noi non abbiamo avuto la fortuna, capitata ad altri, di finire in un gruppo che sembra di Europa League». E il riferimento al Barcellona che nel girone ha trovato Panathinaikos, Copenhagen e Rubin Kazan, è evidente. E ora a Madrid al posto di Mario Balotelli c'è Pedro Leon. «Pedro Leon non è stato convocato perché l'allenatore non ha voluto», ha risposto seccatissimo Josè. All'ennesima domanda sul giocatore si è afferrato al tavolo per autobloccarsi, ma la sua lingua è volata: «Perché non c'era Pedro Leon tra i convocati per il match di Champions League contro l'Auxerre? «Non mi devo giustificare con te. Se il mio presidente Florentino Perez mi viene a chiedere di Pedro Leon io gli rispondo ma non devo farlo con te. Non voglio rispondere a questa domanda. Mi chiedi perché Pedro Leon non c'è. Ma non è Zidane, Maradona o Di Stefano! Si deve fermare! Deve lavorare e giocare quando decido io». Poi Josè Mourinho, indimenticabile protagonista delle più scoppiettanti conferenze stampa mai andate in onda ad Appiano Gentile, si è alzato e ha abbandonato la sala.
Questo però in Italia non lo aveva mai fatto.
Ieri comunque ha vinto in Champions ad Auxerre dopo aver sostituito Benzema. E il francese è tornato il nome più ricorrente per il prossimo mercato invernale. L'attaccante francese non riesce a trovare la rete come ai tempi del Lione e le frasi di Josè non lo aiutano: «Parlo spesso con Blanc di Benzema - ha detto al termine della gara con l'Auxerre -. Tutti e due pensiamo che abbia grandi qualità ma spesso c'è più bisogno di avere in squadra giocatori ambiziosi».

I suoi attacchi ai giocatori e le sue conferenze scoppiettanti gli stanno regalando nuovi e numerosi nemici: l'immagine che sta regalando al Madrid non è quella che piace a questo club, scrive Sport, fra i più teneri nel commento. «Adesso posso andare?- ha chiesto Mourinho al termine di Auxerre-Real Madrid -. Sicuri?».

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