Multipurpose: documenti distrutti

Multipurpose: documenti distrutti

Giornata cruciale, quella di oggi, nell’inchiesta Multipurpose che ha portato agli arresti domiciliari di Giovanni Novi: è confermato l’«interrogatorio di garanzia» di Novi da parte del gip Franca Borzone che contesterà i capi d’imputazione (turbativa d’asta, concussione e truffa aggravata). Il broker sarà assistito dai suoi legali, Cesare Manzitti e Cesare Corti Galeazzi. Presenti all’interrogatorio anche i pm Zucca e Cotugno. Spuntano inoltre altri particolari dell’inchiesta: è stato l’interrogatorio di Alessandro Carena, ex segretario generale dell’Authority, il 20 luglio scorso, a dare la svolta. «La turbativa d’asta per l’assegnazione del terminal Multipurpose - è il commento di ieri in procura - ci è proprio saltata in faccia, nel corso dell’interrogatorio di Carena, mentre volevamo far luce sull’assegnazione delle aree demaniali». Carena, esautorato da tempo dal suo incarico da Novi, ha raccontato l’iter della gara per il terminal. «Alla fine rimasero quattro concorrenti, partecipanti alla gara. In effetti non abbiamo chiuso la procedura con la graduatoria che indicasse il vincitore. Prima ci fu un accordo tra i quattro soggetti (Centro Servizi Derna, Terminal Frutta, Terminal San Giorgio e Messina) che furono invitati a trovare un accordo dal presidente Novi, dal professor Carbone (consulente di Novi) e da me. Prendo atto che alcuni dei quattro concorrenti riferiscono di essere stati contattati da me per cercare un accordo. È vero anche se forse non ho partecipato alla totalità degli incontri di questa trattativa. Evidentemente abbiamo fatto un po’ di confusione». Secondo gli inquirenti, la blindatura degli uffici di Palazzo San Giorgio e il conseguente sequestro di molta documentazione sono stati motivati dal sospetto che molte carte erano state fatte sparire.

Nel frattempo lo scalo genovese è investito da una nuova vicenda giudiziaria che ha per protagonista la Guardia di finanza: circa un milione di euro di dazi doganali e Iva all’importazione evasi all’erario Ue e cinque legali rappresentanti di altrettante società di import-export dell’hinterland milanese denunciati per contrabbando doganale aggravato sono il bilancio dell’operazione «Duty free» condotta dai militari del Gruppo di Genova delle Fiamme Gialle.

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