La musica di Ligabue diventa danza ma solo in «Certe notti»

È il palcoscenico della nostra immaginazione, è il momento prediletto dei sogni, il lungo attimo in cui le inquietudini riescono quasi a diventare reali. È la notte di tutti, non soltanto dei poeti e dei cantanti, di chi pensa che il buio sia più luminoso della luce e di chi, al contrario, lo considera un black out della nostra vita. E' una notte dalle variegate sfumature quella che andrà in scena domani e dopodomani sera al Teatro Arcimboldi, nello spettacolo «Certe notti», creato dalla celebre compagnia di danza Aterballetto, su canzoni e poesie della rockstar Luciano Ligabue e che prende il titolo proprio da uno dei brani più famosi del cantante, tratto dall'album Buon compleanno Elvis. Musica da ascoltare e ballare, che spezza il silenzio della notte. O di «certe» notti, quelle che «somigliano a un vizio». Quelle in cui «la strada non conta e quello che conta è sentire che vai». Quelle in cui «la radio che passa Neil Young sembra aver capito chi sei», ma anche di tante altre canzoni di Ligabue, rivisitate con i movimenti aerei di corpi danzanti e che qui si trasfigurano in un'altra forma d'arte. E così sul palcoscenico la musica si trasformerà in danza, le note si tramuteranno in assoli e passi a due, mentre canzoni ed anche poesie, sempre firmate da Ligabue e raccolte nel volume Lettere d'amore nel frigo, saranno unite dal medesimo, invisibile filo per dar forma alle più inconsuete visioni o metafore della notte. E della vita. Non è una stravaganza, come spiega il cantautore emiliano che ha preso parte attivamente a questo insolito progetto artistico: «La risposta di ognuno ai richiami della musica non è solo quella del cervello e dell'anima ma è di tutto il corpo. In scena si vedrà la risposta fisica, mentale e dello spirito di questa prestigiosa compagnia di danza ad alcune delle mie canzoni dove il corpo diventa slancio, spregiudicatezza, sfida alla gravità, battito, respiro, sensualità, dimostrando di avere grandi segreti da svelare», racconta Ligabue che domani sera sarà semplicemente una presenza silenziosa in sala. A far da scenografia a «Certe notti», anche alcune suggestive ed enigmatiche videoinstallazioni di Angelo Davoli. «Lo spettacolo è un cammino attraverso la notte vista non come oscurità reale e mentale, ma vissuta coma rigeneratrice della nostra esperienza personale», spiega il coreografo di Aterballetto, Mauro Bigonzetti, autore di questo spettacolo che dopo la due giorni milanese sarà in tournèe fino a febbraio, da Reggio Emilia a Pordenone, da Bologna a Roma, da Modena a Legnago e Livorno. «E' un po' come il buio che precede l'apertura di un sipario, un momento magico che ci sospende e ci spinge in un luogo in cui il reale e il consueto si trasformano; dove tutto, le nostre ansie, le nostre passioni, le nostre gioie si materializzano».

Una notte da «sfogliare» dunque, anche attraverso i versi di Lettere d'amore in frigo, settantasette poesie pubblicate tre anni fa da Ligabue che finiranno, come la sua musica, scolpite a passo di danza. E alla fine il risultato sarà uno spettacolo che piacerà a tutti, a chi ama l'eleganza della danza e a chi non può rinunciare, in scena come nella vita, all'energia della musica rock.

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