La musica di Sclavis per una Napoli «visionaria» e folk

Da Lione a Napoli passando per Roma, il sassofonista e clarinettista francese Louis Sclavis è uno degli artisti più creativi della scena jazz europea contemporanea. Stasera l’eclettico musicista torna live all’Around Sound Festival del La Palma Club di Portonaccio (ore 22) per proporre «Big Slam Napoli», senza dubbio il suo progetto più vivace, curioso e stimolante. E un grande musicista jazz francese che decide di «suonare Napoli» è una cosa che senza dubbio desta curiosità. Il progetto però, per precisione, non è tanto un omaggio a Napoli, quanto a Ernest Pignon-Ernest, artista visionario che tra il 1987 e il ’95 realizzò una serie di installazioni artistiche, fondendo insieme su quei muri antichi di Napoli, mito e folklore, storia e passioni. Non tanto una rappresentazione in musica del capoluogo campano, dunque, quanto il suggerimento di una Napoli fittizia, quale emerge un po’ dalle opere di Pignon-Ernest e un po’ dalle suggestioni da queste evocate. Insomma, il classico sottile gioco di specchi che trasfigura la realtà e la trasforma in musica ispirata alle suggestioni personali di Sclavis di fronte a queste opere. Il progetto nasce e prende corpo da Napoli’s Walls del 2003. Veri e propri puzzle sonori che su disco, così come dal vivo, permettono la convivenza fianco a fianco di filastrocche di bambini, echi a tratti sbiaditi di una gloriosa tradizione popolare.

Nato a Lione nel 1953, Louis Sclavis è un musicista senza confini, leader coraggioso di numerose formazioni, ha sempre difeso l’improvvisazione e la ricerca musicale passando attraverso le influenze più disparate che vanno da Rameau e arrivano a Duke Ellington.

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