Mutui, Fmi: "Perdite per mille miliardi"

Da ottobre a oggi, la malattia dei mercati finanziari si è ulteriormente aggravata. L'allarme del Fondo: "La crisi riflette le fragilità delle banche"

Mutui, Fmi: "Perdite 
per mille miliardi"

Washington - Da ottobre a oggi, la malattia dei mercati finanziari si è ulteriormente aggravata ed è ora chiaro che "non si tratta solo di un problema di liquidità ma di una crisi che riflette le fragilità di bilancio delle banche e che dunque minaccia di essere più lunga, più profonda e più su larga scala". E' l’analisi contenuta nel Global financial stability report pubblicato oggi dal Fondo monetario internazionale secondo cui le perdite totali potrebbero arrivare alla somma colossale di 945 miliardi di dollari.

Perdite potenziali da mille miliardi Secondo l’analisi del Fondo, la continua flessione dei prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti sommata all’aumento dei ritardi nei pagamenti sui mutui e dei pignoramenti potrebbe portare a perdite per 565 miliardi di dollari nel solo mercato del mattone a uso residenziale e della relativa finanza strutturata. "Aggiungendo le altre categorie di mutui e di cartolarizzazioni originate negli stati uniti ma questa volta relative al mercato immobiliare commerciale, al mercato del credito al consumo e a quello alle aziende - prosegue il rapporto del fondo - la somma aggregata della perdite potenziali sale a 945 miliardi di dollari".

Gli errori commessi Gli autori del rapporto non nascondono tutta la gravità della situazione e gli errori commessi in passato sia dalle istituzioni finanziarie sia dalle autorità che avevano il compito di controllarne l’operato. In primo luogo, "vi è stato un fallimento collettivo nel capire il reale livello di indebitamento delle banche e i rischi comportati da una corsa alla vendita di questi strumenti di debito collateralizzati". In secondo luogo i supervisori, sia all’interno delle aziende sia in seno alle autorità pubbiche, non hanno saputo innovare le loro regole per stare al passo con le innovazioni finanziarie e questo "ha lasciato spazio eccessivo all’assunzione del rischio, a procedure inadeguate per la concessione del credito e a bolle sui prezzi". In terzo luogo "è stato sopravvalutato il grado di trasferimento dei rischi su entità off-balance". "Non appena la situazione è deteriorata, molte banche hanno dovuto ritrasferire sui loro bilanci le attività di queste siv" e questo ha comportato un aumento enorme della pressione sui gruppi.

Priorità: ricreare la fiducia Un filo conduttore di quest’analisi del fondo è proprio il fatto che in ultima analisi, le banche non sono riuscite a riversare sul mercato in grande quantità le innumerevoli cartolarizzazioni di questi anni. Proprio per questo, per il Fondo, diventa essenziale che "la politica reagisca per ridurre i rischi di un aggiustamento ancora più doloroso, preparando interventi e misure correttive volte ad attaccare le cause delle attuali turbolenze".

Le autorità dovrebbero, quindi, evitare una corsa alla regolamentazione che potrebbe solo esacerbare gli effetti dell’ attuale crisi: "La crisi non è ancora superata, quindi le lezioni che possiamo trarne sono incomplete in ogni caso ci sono temi da affrontare con urgenza: ristabilire la fiducia nelle istituzioni finanziarie deve essere una priorità". L’obiettivo immediato delle autorità è quello di "ridurre la durata e la severità della crisi". 

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