Nautica e turismo da diporto, via alla rivoluzione federalista

Grande ricaduta sulle economie territoriali. Enti a rischio commissariamento se non valorizzerano al meglio i beni

Nautica e turismo da diporto,
via alla rivoluzione federalista

Il consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo: pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, il federalismo demaniale è finalmente legge dello Stato. Era ora. Un tesoretto da oltre tre miliardi di euro affidato al buon senso degli amministratori locali: regioni, province e comuni. Per la prima volta, nel corso di questa legislatura, c’è stata un’ampia condivisione. Nonostante le rimostranze dei Verdi (respirano ancora evocando lo spettro dell’incostituzionalità), qualche battuta infelice di alcuni rappresentanti dell’Anci («scatola vuota»), e la reazione scomposta del Codacons che minaccia di investire del caso addirittura la Consulta: «Contestiamo il trasferimento di beni pubblici alle singole regioni, beni che rappresentano un enorme patrimonio di proprietà della collettività, e non possono diventare proprietà esclusiva dei cittadini di una singola regione». Retorica e demagogia. Devono averci capito poco. Semmai stupisce l’idillio sbocciato tra Calderoli e Di Pietro: i più maligni sentono puzza di bruciato... Per tutti gli altri un vero e proprio colpo di teatro. Si tratta, invece, di un grande segnale che fa ben sperare. A patto che gli enti locali capiscano, una volta per tutte, che Federalismo significa soprattutto «assunzione di responsabilità», concetto non facile da assimilare in pieno da parte di alcuni enti tra i più spendaccioni. Passibili, tuttavia, di commissariamento se non rispetteranno gli obiettivi di valorizzazione dei beni indicati nella domanda di acquisizione. «Siamo molto soddisfatti - dice Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria Nautica - Noi parlavamo di questo argomento già nel 2008. Si tratta di una occasione imperdibile per utilizzare al meglio i nostri magnifici litorali, fino ad oggi utilizzati per costruire campi di calcio vista-mare o bocciofile varie. Ora tocca agli enti locali che, in base all’articolo 1, sono tenuti a garantire la massima valorizzazione dell’eredità ricevuta. È decisamente un passo importante per lo snellimento dei piani regolatori dei comuni, non solo per quanto riguarda la portualità, ma anche per i porti a secco. Quindi - conclude Albertoni - si tratta di una grande opportunità per la nautica da diporto e per il turismo nautico più in generale che, come sappiamo, traina importanti ricadute sulle economie locali. Certo, sarà complicato parlare con 8mila comuni, ma questo è un problema che affronteremo in un secondo momento».

Per una corretta gestione del trasferimento dei beni dal Demanio agli enti locali, infine, è indispensabile l’abbattimento delle «barriere burocratiche», vere palle al piede di un Paese che non decolla per colpa, appunto, degli apparati burocratici centrali (e medioevali) . Ecco, la loro abolizione significherebbe automaticamente riduzione della spesa pubblica. Come chiede un Federalismo attento ai conti dello Stato.

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