Se n'è andato dopo una lunga malattia Ernesto Ferrero, aveva 85 anni. Editore, scrittore, critico letterario, organizzatore culturale, ha anche diretto dal 1998 al 2016 il Salone del Libro. Una vita intera dedicato ai libri che amava in ogni sua forma, anche quella della carta, non a caso portava sempre all'occhiello una rosa proprio di carta, una sorta di origami che rappresentava il legame con un materiale che Ferrero per tutta la vita ha maneggiato, sentendone il profumo e conoscendone la potenza divulgativa.
La sua lunga carriera
Nato a Torino il 6 maggio 1938, aveva iniziato la sua "avventura di vita" nel 1963, quando diventò responsabile dell’ufficio stampa Einaudi, per poi, sette anni più tardi, esserne direttore letterario e dall'84 all''89 direttore editoriale. Una carriera brillante per chiunque, ma non per lui che seguirà un percorso simile in altre grandi case editrici, come Boringhieri, Garzanti e Mondadori, prima di essere chiamato a dirigere quella che diventerà anche grazie a lui e a Rolando Picchioni, la più importante rassegna libraria e culturale italiana, la Fiera del Libro di cui, Ferrero sarà direttore dal 1998 al 2016.
Una figura diventata esempio
Ferrero era un uomo gentile, discreto con una cultura profondissima che ha passato tutta la vita alla divulgazione letteraria, per questo la sua scomparsa rappresenta una grande perdita per il mondo della cultura italiana. La sua eredità sono i numerosi libri prodotti a cominciare dal 1972 con I gerghi della mala dal ‘400 ad oggi e la biografia Carlo Emilio Gadda. Per continuare poi con Calvino (1995) e un’antologia di Primo Levi (1997). Un uomo la cui cultura sapeva anche stupire, come in quello che viene considerato il suo vero esordio letterario con i libri per ragazzi L’ottavo nano (1972) e Orso bianco (1980).
Tra le sue pubblicazioni più recenti anche I migliori anni della nostra vita (2005), La misteriosa vita del papiro Artemidoro (2006), Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del capitano Salgari (2011), Storia di Quirina, di una talpa e di un orto di montagna (2014), Amarcord bianconero (2019) e Francesco e il Sultano (2019). Nel 2000 arriva la consacrazione quando vince il Premio Strega con il suo romanzo N, che racconta l'esilio di Napoleone Bonaparte all'Isola d'Elba, diventato nel 2016 anche un film diretto da Paolo Virzì.
Una figura quella del generale francese, che lo aveva particolarmente affascinato tanto da scriverne molte opere come Lezioni napoleoniche (2002), il monologo teatrale Elisa (2002), Il giovane Napoleone (2006), Napoleone e i libri (2015) e Napoleone in venti parole (2021).
A questa enorme produzione letteraria Ferrero aveva unito anche quella di traduttore nelle opere di autori stranieri come Flaubert, Céline e Perec in lingua italiana e ha inoltre collaborato con diversi quotidiani, tra cui La Stampa. Nel 2012 ricevette dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’onorificenza di commendatore all’Ordine del merito della Repubblica italiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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