Non c'è più religione, recita un antico adagio per esprimere indignazione di fronte a episodi particolarmente gravi che accadono. E che non ci sia più religione devono averlo pensato anche i fedeli in preghiera al Duomo di Torino, domenica mattina, quando ad un tratto un gruppo di attivisti ambientalisti ha interrotto la messa. Lo hanno fatto per leggere alcuni passi dell’Enciclica "Laudato sì" e dell’esortazione apostolica "Laudate Deum" di papa Francesco. Sempre temi religiosi, per giunta a firma del pontefice, il capo della Chiesa, penserà qualcuno. In realtà interrompere una messa è qualcosa di particolarmente grave e odioso, che non dovrebbe mai accadere. Non si tratta, infatti, di uno spettacolo o un'esibizione, ma è qualcosa di sacro, per chi crede. Quindi si può dire, senza timore di smentita, che gli attivisti del gruppo Extinction Rebellion hanno offeso la religione, oltre che i fedeli presenti e chi, in quel momento, stava celebrando.
Il blitz poco prima dell'omelia
Gli ambientalisti sono entrati in azione poco prima che iniziasse l'omelia, il momento in cui il celebrante commenta le letture sacre e spiega meglio, ai fedeli, il senso del Vangelo del giorno appena letto. Subito hanno spiegato le lro intenzioni: "Vogliamo portare l’attenzione dei fedeli sulle parole che papa Francesco sta spendendo per la crisi climatica". Uno dopo l'altro si sono alzati mettendosi a leggere gli scritti, oltre al messaggio che il Papa ha mandato al Cop28, il summit in corso in questi giorni a Dubai, in cui esorta i governi di tutti i Paesi a non finanziare guerre e devastazioni ambientali.
L'amarezza dell'arcivescovo
L'arcivescovo di Torino Roberto Repole non l'ha presa bene: "Ho stima per chi si mobilita per la difesa del Creato e accoglie gli appelli di Papa Francesco, apprezzo l’impegno in questo senso delle attiviste di Extinction Rebellion, ma mi è dispiaciuto che abbiano ritenuto di prendere la parola in Duomo senza prima volermene parlare e chiedere se potevano intervenire". Ecco, sarebbe bastato chiedere e, forse, avrebbero potuto anche parlare, magari alla fine della messa, dopo la celebrazione della liturgia, come avviene in alcuni casi quando si vogliono comunicare cose importanti ai fedeli. Ma gli ambientalisti se ne sono fregati delle buone maniere e del rispetto per il prossimo, per i fedeli e per la Chiesa. Hanno reso il microfono e fatto il loro show.
È molto rammaricato l'arcivescovo: "Avrei risposto che a Messa si prega spesso per la pace e per la salvaguardia del Creato - prosegue nel suo ragionamento - ma la celebrazione eucaristica non è un momento idoneo a ospitare interventi pubblici: ho inizialmente lasciato che le attiviste parlassero; poi ho chiesto che terminassero perché la Messa è un momento di preghiera e in quanto tale dev’essere rispettata, anche e soprattutto da coloro che dichiarano di voler operare nel rispetto di tutti".
La condanna della politica
Paola Ambrogio, senatrice torinese di FdI, commenta in questo modo quanto è accaduto: "La spudoratezza ideologica degli attivisti di Extinction Rebellion ha oltrepassato ogni limite della convivenza democratica. Siamo, purtroppo, dinnanzi ad azioni estemporanee e inutili, oltre che aggressive, condotte da chi è alla ricerca di visibilità personale e non lotta certo per un ideale. Non c'è l'ambiente, purtroppo, al centro di queste provocazioni di natura meramente propagandistica: per quanto ci riguarda, come fatto alla Cop28 di Dubai dalla stessa presidente Meloni, non possiamo che ribadire con forza, la necessità di lavorare, certo con sempre maggio impegno, ad una transizione ecologica, non ideologica, perseguendo una sostenibilità ambientale ragionevole che non comprometta la sfera economica e sociale''.
Nove denunce nei giorni scorsi
La Digos di Torino alcuni giorni fa ha identificato e denunciato nove attivisti dello stesso gruppo, Extinction Rebellion, oltre ad alcuni di Fridays for future, che si erano appesi dal tetto dell'Oval, a Torino, dove era in
corso l'Aerospace and Defence Meeting (fiera dedicata all'industria aerospaziale e per la difesa), per protestare contro l'evento. Sono accusati di manifestazione non autorizzata, violenza privata e invasione di territorio.
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