"Giorno di lotta". I Propal preparano le barricate per il 25 aprile

Snaturata l'essenza della Liberazione, il 25 aprile sembra essere diventata la giornata della sinistra per la Palestina, in piazza con i bodyguard

"Giorno di lotta". I Propal preparano le barricate per il 25 aprile
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Il 25 aprile non è la festa della Liberazione. O per lo meno sembra non esserlo più per la sinistra, che in questo giorno celebra tutto fuorché ciò per cui questa giornata è stata istituita. L'anno scorso le bandiere italiane in piazza si contavano sulle dita di una mano, il resto erano bandiere palestinesti. Gli slogan scanditi erano contro il governo, per la Palestina e contro Israele, tanto che è stato necessario introdurre il servizio d'ordine alla brigata ebraica. Ci sono state anche aggressioni agli ebrei in corteo da parte di gruppi di maranza e scontri in piazza del Duomo, generati dai Pro Pal che hanno provocato la polizia. Quest'anno non sembra essere diverso il copione. "Che sia un 25 aprile con la resistenza in Palestina, contro il governo, contro la guerra", dicono i gruppi di antagonisti pronti a scendere in piazza in modo più o meno organizzato.

Una prima anticipazione si è registrata sabato, quando il corteo di Milano ha provocato gli scontri con la polizia. Tuttavia, nella narrazione degli antagonisti, la colpa è degli agenti al punto che per le prossime manifestazioni hanno annuciato l'istituzione di un servizio d'ordine "per proteggerci dagli attacchi militari della Questura, che ha voluto scientemente alzare lo scontro". È quanto ha dichiarato Riccardo Germani, attivista dei centri sociali, esponende del sindacato di base Adl Cobas e promotore delle manifestazioni del sabato di Milano. "È stata costruita una trappola per non parlare della manifestazione contro genocidio, riarmo e repressione. Ci sono sempre scritte sui muri, quella è una scusa, l'obiettivo era attaccare in modo eclatante la manifestazione", ha dichiarato, costruendo la solita narrazione acitica tipica dei movimenti palestinesi.

"I violenti non siamo noi, ma i poliziotti che caricano gente inerme indossando felpe di estrema destra", ha aggiunto Layla dei Giovani Palestinesi d'Italia, facendo riferimento alla giacca dell'agente con l'aquila polacca, simbolo dello Stato. Da qui, l'ennesima chiamata alla lotta per il 25 aprile: "Non ci lasciamo spaventare, scenderemo in piazza più preparati e uniti". Cinzia Pellegrino, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione straordinaria per i Diritti umani e coordinatore nazionale nel partito per il dipartimento tutela vittime, in occasione dell'anniversario del rogo di Primavalle e della svelatura del murale dedicato ai fratelli Mattei, ha sottolineato che l'opera, politicamente, "ci porta a guardare anche al presente e al futuro.

Veniamo da un fine settimana segnato da tensioni e violenza, con manifestanti pro-Pal che a Milano hanno inneggiato all’odio contro la presidente Meloni, si sono scontrati con le Forze dell’Ordine e ora parlano apertamente di organizzare un ‘servizio d’ordine’ per ‘difendersi’ dalla Polizia; oggi un falso allarme bomba è stato lanciato contro la Corte di Cassazione a Roma da un sedicente ‘gruppo di comunisti combattenti’ che ha rivendicato l’atto come gesto ostile contro la presidente del Consiglio". Ed è questo, ha aggiunto, "il clima d’odio che dobbiamo combattere e respingere con forza" pur mantenendo intatta la libertà di manifestare.

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