Scatti d'ira e suicidio: ora è allarme tra i giovani (perché c'entrano le misure anti Covid)

Violenza choc in una scuola nel Milanese. Dove nasce tanta rabbia? Durante e soprattutto dopo la pandemia è esplosa tra i giovani un'ira immotivata. Ma anche il desiderio di farla finita

Scatti d'ira e suicidio: ora è allarme tra i giovani (perché c'entrano le misure anti Covid)
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Ci avevano promesso che sarebbe andato tutto bene. Che saremmo sopravvissuti al coronavirus e che ne saremmo usciti migliori. Ma così non è stato. In un'intervista a Il Corriere della Sera, il ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, commentando l'accoltellamento di una professoressa ad Abbiategrasso, afferma: "L'esperienza del Covid ha contribuito a incrinare quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo. Si registrano dati allarmanti di minacce e persino percosse ai docenti". Gli effetti nefasti del distanziamento sociale sono sotto gli occhi di tutti. La violenza, in ogni ambito della nostra vita, è aumentata. E parecchio.

Innanzitutto tra le mura domestiche, soprattutto durante il lockdown, e poi contro medici e infermieri impegnati a combattere il virus. Ma non solo. A farne le spese sono stati soprattutto i giovani che, a più riprese, sono stati costretti a passare le loro giornate davanti a uno schermo del pc per seguire la didattica a distanza (la famigerata Dad), non hanno potuto praticare alcuno sport e, soprattutto, è stato loro proibito (nonostante il Covid fosse per loro innocuo) di frequentare i propri amici. Così sono diventati dei frustrati. Dei repressi che, da qualche parte, devono pur sfogare la propria rabbia.

I dati della Direzione centrale della polizia criminale, riportati da La Repubblica, sono esaustivi: "Fino al 31 ottobre del 2019 - il mondo di prima quando solo gli epidemiologi sapevano cos'è e come si diffonde un coronavirus - i minori denunciati e arrestati in Italia erano stati 25.261. Gli under 18 avevano compiuto 13 attentati, 17 omicidi volontari, 43 tentati omicidi, erano stati protagonisti di 2.382 episodi di lesioni, 390 percosse, 1.693 rapine di cui quasi 1.200 non in appartamenti ma per strada. Esattamente tre anni dopo, qualsiasi indicatore della microcriminalità giovanile è schizzato in alto. Omicidi: + 35,3 per cento (23). Tentati omicidi: +65,1 per cento (71). Percosse: + 50 per cento (585). Rapine: + 75,3 per cento (2.968). Le rapine per strada segnano addirittura un incremento del 91,2 per cento. E, rispetto al 2019, i minorenni denunciati e arrestati sono 28.881. Il 14,3 per cento in più". Ma non solo. Secondo una ricerca dell'Università di Torino, ad essere aumentato tra i ragazzi è anche il desiderio di farla finita. Di suicidarsi. Un ragazzo su sei ci ha pensato. E uno su 33 ci ha provato. Un incremento del 10% solamente nel 2020. Due anni dopo, i dati parlano di un aumento del 75%. Stesso concetto ribadito anche dal direttore generale dell'Istituto nazionale malattie infettiva Lazzaro Spallanzani di Roma, a Non stop news su Rtl 102.5: "La pandemia e alcune misure prese hanno determinato un'inquietudine profonda. È aumentato l'utilizzo di droghe, alcool, psicofarmaci e si è abbassata l'età in cui i ragazzi ne cominciano l'assunzione".

E, in un certo senso, è pure comprensibile. Se tu costringi i giovani, in una delle fasi più delicate della loro vita (l'adolescenza), a chiudersi in casa togli loro ogni prospettiva vitale. Che senso ha una vita senza amici, senza affetti, senza la possibilità di coltivare le tue passioni? Una condizione simile non rappresenta la vita a cui uno aspira. Ci si deprime e, alla fine, si pensa anche alla scelta peggiore. Perché spesso i giovani non riescono a comunicare il proprio disagio, come i più piccoli del resto. Mi raccontava un docente di liceo che uno dei fenomeni in crescita, in seguito al Covid, sono gli attacchi di panico, soprattutto tra le ragazze. Basta poco, un semplice errore o una delusione, a mandarle in crisi. Tutto fa loro paura. Anzi: terrore.

Quel che non si è compreso in questi anni sono gli

effetti a lungo termine derivanti dalle decisioni di Speranza e Conte. Una generazione al collasso. Che non sa dove andare. Che non ha prospettive. Che teme tutto. E che è pronta a far esplodere la propria ira.

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