Incendi e rivolta nel carcere di Torino, 8 agenti in ospedale: "Episodio concordato"

120 agenti della polizia penitenziaria sono stati impegnati nel sedare una maxi rivolta che ha coinvolto due padiglioni del carcere di Torino. 10 di loro hanno avuto ferite e prognosi fino a 14 giorni

Sindacato Osapp
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Ancora disordini nelle carceri italiane. A Torino, a seguito di una rissa all'interno del carcere delle Vallette, ben 10 agenti sono rimasti feriti e sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. Nel primo pomeriggio del giorno di Ferragosto, i padiglioni B e C del carcere sono stati stravolti da una rissa, che si è poi evoluta in scontri e tentativi di rivolta che sono stati sedati solamente a notte inoltrata, attorno alle 2 del mattino del 16 agosto. Tutto sarebbe partito dal padiglione B, dove circa 10 persone che vi si trovano detenute hanno iniziato ad azzuffarsi tra loro. Come spesso accade in questi casi, la rissa, iniziata con un ristretto numero di persone, si è ampliata e quando gli agenti sono intervenuti per far rientrare tutti nelle proprie celle hanno incontrato il rifiuto dei detenuti.

La situazione è degenerata nel momento in cui uno dei detenuti ha dato fuoco al materasso, il cui fumo ha rapidamente reso gli ambienti impraticabili. A quel punto, l'unica soluzione per gli agenti è stata quella di disporre l'evacuazione del padiglione interessato, che non si esclude fosse il fine ultimo della rivolta. I detenuti sono stati spostati nei cortili interni mentre gli agenti erano impegnati nello spegnimento dell'incendio. Ma mentre il personale era impegnato nella gestione dell'incendio nel padiglione B e dei detenuti evacuati, al terzo piano del padiglione C hanno approfittato della situazione per intentare la rivolta. Un altro gruppo di detenuti ha approntato delle barricate e distrutto molti degli arredi presenti. Al secondo piano dello stesso padiglione hanno fatto lo stesso mentre al primo sono andati ancora oltre, appiccando ulteriori incendi. Ancora una volta sono stati i materassi a diventare combustibile per le fiamme.

L'intervento degli agenti è stato ostacolato dall'olio da cucina sversato dai detenuti nei corridoi e già nel pomeriggio la situazione è divenuta insostenibile, tanto che è stato necessario richiedere rinforzi con il richiamo in servizio degli agenti a riposo ma anche di altri provenienti da diversi penitenziari del Piemonte, fatti convergere su Torino. Sono stati in tutto 120 i poliziotti della penitenziaria coinvolti. Gli scontri sono stati violenti, nel padiglione B gli operatori sono stati aggredito e un agente, due assistenti, due vicesovrintendenti e l’ispettore di sorveglianza generale sono stati costretti alle cure ospedaliere d'urgenza. Le prognosi vanno dai 7 ai 15 giorni. "Le aggressioni sono 40 dall’inizio dell’anno 2024 e gli agenti feriti 50. Come abbiamo più volte detto, e non ci stancheremo mai di continuare a farlo, il carcere di Torino attualmente è in assoluta anarchia e autogestione, comandano e spadroneggiano i delinquenti che si sono appropriati del territorio della legalità dello Stato. Sempre ieri, un altro detenuto ristretto al Padiglione C ha scavalcato il muro del cortile passeggio e si è accovacciato sotto la settima garitta del penitenziario nel probabile tentativo di evadere", ha dichiarato il segretario generale dell'Osapp Dott. Leo Beneduci. "Pleonastico rammentare che la situazione del carcere di Torino è definita dal personale vomitevole oltre che inquietante e talmente pericolosa da costringerci nuovamente e per l’ennesima volta a chiedere al Signor Prefetto di Torino di disporre l'impiego immediato di altre Forze quali l'Esercito perché giunti al limite estremo l'ordine e la sicurezza interne e si temono possibili conseguenze anche per la cittadinanza", ha concluso.

"Le rivolte non siano pretesto per amnistia. Evitiamo per via di fatti di cronaca di vanificare lavoro, sforzi e rischi di Magistratura e Forze dell'Ordine. Il sovraffollamento delle carceri è una vexata quaestio mai risolta. Occorre avere il coraggio di riformare il sistema penitenziario aprendo a nuovi tipi di strutture, con edilizia inedita dedicata condivisa con i privati. Se il pubblico è in affanno, la risposta va certamente individuata in potenziali formule di project financing che possano ovviare alle deficienze in atto", ha dichiarato Luca Pantanella, Segretario Generale Provinciale torinese del sindacato FSP Polizia di Stato. Quindi, il sindacalista ha aggiunto: "Quanto accaduto a Torino è sicuramente un ennesimo episodio 'concordato' fra detenuti nella speranza comune di perorare richieste di sconti di pena o indulti proprio per via della carenza di spazi di detenzione e della loro contestuale invivibilità. Piena solidarietà ai colleghi aggrediti, spesso anche loro sottodimensionati come l'intera Polizia di Stato in questo preciso momento storico".

Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato SAPPE, ha dichiarato: "Quanto accaduto ieri nel carcere di Torino, del tutto simile ai fatti di Catanzaro di qualche giorno fa, dimostra come il sistema della sicurezza sia stato completamente destrutturato negli anni passati, con iniziative come la vigilanza dinamica, le celle aperte anche per i detenuti non meritevoli.

Chiediamo la dotazione del Taser, o di altro strumento simile, per fronteggiare i detenuti violenti. Ogni anno subiamo circa 1800 aggressioni, non è più possibile andare avanti così".

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