Potrebbe essere già oggi o più verosimilmente domani il giorno in cui Massimo Moratti lascerà l'ospedale Galeazzi, nell'estrema periferia nord di Milano. Lì dove ieri il professor Antonio Bartorelli, responsabile dell'Unità operativa di Cardiologia interventistica universitaria dell'Irccs al confine con Rho, ha eseguito un intervento di angioplastica programmato la scorsa settimana. Non un intervento a cuore aperto, tanto per tradurre e rendere più leggibile la situazione a chi fatica a decifrare anche una calligrafia su ricetta bianca. Ma, certo, non una passeggiata. Soprattutto se si parla di stent e interventi delicati su un uomo di anni 78, fumatore, un amore dichiarato per la carne in scatola e «con tanti pensieri in testa». Così come lo racconta chi gli sta vicino e che anche il giorno prima dell'intervento l'ha visto uscire dal proprio ufficio, sapendo che l'indomani l'orizzonte sarebbe stato quello dell'autostrada Milano-Torino che si vede dagli ampi finestroni del «nuovo Galeazzi», come si dice da quelle parti. L'intervento al cuore di Moratti è stato eseguito attorno all'ora di pranzo e nel pomeriggio l'ex presidente dell'Inter si è risvegliato in buone condizioni, con un decorso regolare per la tipologia di intervento effettuato.
Moratti (1 Mondiale per club, 1 Champions League, 5 scudetti, 4 Coppa Italia, 3 Supercoppe italiane, una Uefa e tanti dolori al fegato negli anni nerazzurri), il professor Bartorelli l'aveva in cura sin dagli anni del Centro cardiologico Monzino. Dove l'ex numero 1 nerazzurro già 5 anni fa aveva fatto un «tagliando» al proprio sistema circolatorio, viziato sì dallo stress ma anche da uno stile di vita non propriamente prodigo di attenzioni e di amor proprio. Già durante i funerali di Stato per Silvio Berlusconi, lo scorso 14 giugno, Moratti non aveva potuto presenziare per cure mediche non differibili. Poco meno di un mese più tardi, all'addio a Luisito Suarez, Moratti aveva invece preso parte alle esequie con l'animo triste e un corpo forse solo un po' più affaticato del solito. Le voci grifagne che s'erano diffuse nella mattinata di ieri, su un Moratti in condizioni critiche, sono state poi smentite dall'ottimismo espresso dal personale ospedaliero dopo l'uscita dalla sala operatoria. Nessuna situazione disperata, «nessuna patologia complicata», hanno poi di nuovo tradotto dall'entourage del presidente di Saras, proprio per semplificare e rendere ancora più diretto il messaggio. Tanto che pure il rumore mediatico che nel frattempo si era propagato tra le maglie della Rete è andato scemando.
Tantissimi, semmai, i messaggi di vicinanza dei tifosi interisti che si sono sommati nelle ore successive, quando il trend topic «Moratti» non era più di tendenza nelle ricerche online o tra gli hashtag dei social. Termometro figlio del giorno d'oggi e strumento niente più che «simpatico», lo definirà forse Moratti, con quell'aggettivo che tanto lo caratterizza. Al pari di quella voce catalitica per le troppe sigarette.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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