Gli studenti universitari trovano ogni anno accademico una motivazione nuova per occupare le aule e i luoghi dello studio. Lo scorso gennaio era la vicenda di Alfredo Cospito, ora è la guerra tra Israele e Palestina a impegnare le loro giornate. Evidentemente annoiati, spesso "figli di papà" da anni fuori corso che scambiano le aule universitarie per centri sociali, ora hanno occupato l'università Orientale di Napoli, con tanto di passamontagna e bandiera palestinese "fino alla vittoria", in solidarietà con Gaza e la Palestina.
Ma stavolta per loro potrebbero esserci conseguenze ben più gravi rispetto al solito. La loro richiesta, in realtà, è una pretesa: "Pretendiamo che l'università, nella figura del rettore Tottoli, si esponga pubblicamente a sostegno del popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato; che l'università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano".
Il prefetto Mario Morcone, oggi assessore alla Sicurezza, alla Legalità e all’Immigrazione della regione Campania, raggiunto da Il Foglio non ha usato mezze misure per commentare quanto sta accadendo a palazzo Giusso: "Sono degli imbecilli". Morcone ha anche ipotizzato alcune misure che potrebbero essere prese contro queste persone. Rifacendosi alle leggi già esistenti, secondo l'assessore, "si può certamente invocare l’applicazione della legge Mancino" in merito ai messaggio d'odio razziale contro Israele. L'università è ancora occupata e sono in corso le indagini per capire se all'interno di palazzo Giusso ci siano solamente studenti o anche infiltrati esterni, il che non sarebbe un'eventualità lontana, considerando che molte delle occupazioni degli istituti superiori e delle università vengono spesso gestite e condotte dai centri sociali. E spesso le figure vanno anche a coincidere.
Da parte sua, il rettore Roberto Tottoli ha fermamente condannato il blitz, descrivendo l'azione come "un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti non solo dell'Ateneo ma della democrazia e delle istituzioni".
Mario Petti, commissario regionale Campania Studenti per le Libertà, ha espresso una posizione molto simile a quella del rettore: "L'occupazione dell'Università Orientale rappresenta un atto di disprezzo per la libertà accademica e il diritto degli studenti a un'istruzione in un ambiente sicuro e libero da interferenze violente. Solo attraverso il rispetto delle regole e il rispetto reciproco possiamo costruire un futuro migliore per tutti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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