Parla il King della 104: "Ora sono italiano e vi dico: occhio a troppi immigrati"

Emanuel Cosmin Stoica, nato in Romania, si è trasferito in Italia quando era piccolo per poter essere curato. È l'instagrammer più politicamente scorretto che ci sia. E non le manda a dire a nessuno

Parla il King della 104: "Ora sono italiano e vi dico: occhio a troppi immigrati"
00:00 00:00

Emanuel, qual è la tua storia e da dove arrivi?

Vengo dalla Romania, un Paese che porto nel cuore, ma il mio destino si è intrecciato con quello dell’Italia quando avevo tre anni. La mia famiglia si è trasferita qui per garantirmi le cure mediche necessarie per la mia patologia e darmi un futuro migliore. È stata una scelta di coraggio e di speranza. L’Italia mi ha accolto, mi ha cresciuto e mi ha formato, insegnandomi il valore del lavoro, della resilienza e dell’amore per questa terra straordinaria.

Cosa significa essere italiano per te?

Essere italiano significa appartenere a una delle nazioni più straordinarie del mondo. Significa avere nel cuore il genio di Leonardo, il coraggio di Garibaldi e la grandezza di Roma. Essere italiano vuol dire credere nella bellezza, nell’arte, nella famiglia e nella comunità. È un privilegio immenso, ma è anche una responsabilità: quella di rappresentare e difendere questa meravigliosa cultura ovunque nel mondo.

La pensi come il generale Vannacci, quindi...

Sì, perché il generale Vannacci ha avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano, ma che pochi hanno il coraggio di affermare apertamente. L’Italia ha una cultura, una storia, un’identità che devono essere rispettate e tutelate. L’integrazione è possibile, ma solo se chi arriva accetta i valori della nostra società e si adegua alle nostre regole, non il contrario. Non possiamo permettere che l’accoglienza si trasformi in una resa culturale. L’Italia deve restare l’Italia, con le sue tradizioni e il suo stile di vita, senza dover rinunciare alla propria identità per paura di essere tacciati di qualcosa.

Perché dici che la cittadinanza non è un regalo?

Perché la cittadinanza non è qualcosa che si ottiene per caso o per diritto automatico. È un privilegio, un impegno che si assume verso il Paese e i suoi valori. Chi vuole essere italiano deve dimostrare di amare questa terra, di rispettarne le regole e di contribuire al suo progresso. Io l’ho fatto con sacrificio e dedizione, e oggi posso dire di aver guadagnato con orgoglio questo straordinario riconoscimento.

Ci sono molti che vorrebbero i confini aperti a tutti. Cosa diresti loro?

Dico che i confini aperti senza controllo non sono una soluzione, ma un rischio. Una nazione forte deve saper proteggere la propria identità e garantire sicurezza e ordine. L’Italia è un Paese accogliente, ma non possiamo permetterci di compromettere il benessere della nostra comunità. Accogliere sì, ma con regole chiare e nel rispetto di chi qui lavora e costruisce il futuro.

Secondo te l’integrazione è possibile? E con tutti?

L’integrazione è possibile, ma non con tutti e non in ogni circostanza. Richiede volontà reciproca e condivisione di valori. Non si può integrare chi rifiuta la nostra cultura, le nostre regole e il nostro modo di vivere. Chi arriva in Italia deve dimostrare di voler far parte di questa comunità, rispettando ciò che l’Italia rappresenta. Solo così l’integrazione può funzionare.

C’è qualcosa che ti preoccupa particolarmente dell’immigrazione?

Mi preoccupa la mancanza di controllo. Quando l’immigrazione è gestita male, genera tensioni sociali, insicurezza e divisioni.

Dobbiamo essere chiari: accoglienza e sicurezza devono andare di pari passo. È fondamentale avere regole chiare e rispettate da tutti, per garantire un futuro sereno sia a chi arriva che a chi già vive in Italia. Questo è il mio impegno e la mia visione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica