L'appello del papà di Giulia Cecchettin: "Parlate e denunciate"

Nella giornata contro la violenza sulle donne, Gino Cecchettin ha pubblicato il post su Facebook accompagnato da un fiocco rosso. La sorella di Giulia, Elena, ribadisce la necessità di una rivoluzione culturale e l'Università di Padova ha posto in cortile una panchina rossa

L'appello del papà di Giulia Cecchettin: "Parlate e denunciate"
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“Parlate, denunciate, fidatevi”. Non sono le parole di una persona qualsiasi, ma di un uomo che una sola settimana fa ha saputo della morte di sua figlia per mano dell’ex fidanzato, Filippo Turetta. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha lanciato un appello con cui invita le donne a ribellarsi a chi le maltratta in un giorno simbolico quale è il 25 novembre, ovvero la “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne”. Il post è stato scritto sul profilo Facebook dell’uomo insieme all’immagine di un nastro rosso, da sempre simbolo della lotta alla violenza di genere.

Gino non è il primo della sua famiglia ad aver cercato di trasformare il suo dolore in un messaggio che possa scuotere le coscienze e fare in modo che la morte di Giulia non sia avvenuta invano. Elena Cecchettin, sorella 24enne della vittima, si sta impegnando in queste ore a parlare a tanti suoi coetanei, maschi e femmine, per chiedere una rivoluzione culturale: “I ragazzi devono essere pronti ad accettare di essere lasciati, così come le ragazze devono smetterla di sentirsi in colpa. Il cambiamento potrà arrivare, però, solo da una rivoluzione culturale che comincia con noi ma deve passare prima nelle scuole e nelle comunità”. Il cambiamento, sempre secondo Elena, è possibile solo se società, istituzioni e polita lavorano in modo sinergico. Tra le prime a commentare l’appello di Elena, c’è l’europarlamentare del Pd Alessandra Moretti che ha anche avuto un incontro con la 24enne: “Ci ha chiesto di non abbassare lo sguardo su queste vicende, lei è una forza della natura. Può diventare un simbolo di coraggio, maturità ed equilibrio. Ha lanciato una denuncia e un manifesto. Sta a tutti noi ascoltarlo”.

Per l’occasione della giornata della violenza contro le donne, l’Università degli Studi di Padova ha deciso di mettere nel cortile della focoltà di ingegneria dell’informazione, a cui era iscritta la vittima, una panchina rossa che è già stata ribattezzata “la panchina rossa di Giulia”. Il padre della ragazza, Gino, oltre ad aver affidato al social di Meta il suo appello volto ad incoraggiare le donne a sporgere denuncia, ha anche parlato ai giovani:“Voi ragazzi potete darci una mano. Siete il futuro, parlate e cercate di capire cos’è mancato a tutti i livelli, docenti, amici, ma anche i genitori, perché anche io mi faccio delle domande. Confrontandoci possiamo sradicare la violenza: nessuno potrà restituirmi Giulia, ma nel suo nome voglio cambiare le cose”.

Nella giornata di sabato è anche previsto per le 12:30 il ritorno in Italia di Filippo Turetta, l’assassino di Giulia, che ha confessato il delitto alle autorità tedesche nel carcere di Halle, dopo il suo tentativo di fuga.

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