Gli investigatori e la procura hanno messo i primi punti fermi nella ricostruzione dell'assassinio di Giulia Cecchettin. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Venezia, Benedetta Vitolo, viene spiegato come probabilmente la prima aggressione nei confronti della ragazza sia stata perpetrata da Filippo Turetta, "probabilmente servendosi di un coltello", a 150 metri dall'abitazione dell'ex fidanzata, dove un testimone ha raccontato al 112 di aver assistito a una lite furiosa.
Nel capo di imputazione, che ora è omicidio volontario aggravato dal legame sentimentale, si legge che Turetta "dopo avere colpito Giulia Cecchettin con calci mentre essa si trovava a terra, tanto da farle gridare 'mi fai male', costringeva quest'ultima a salire sulla propria auto allontanandosi dal luogo dei fatti". Giulia ha lottato per 22 minuti prima di arrendersi: il testimone ha chiamato i soccorsi alle 23.18 e quando Turetta la carica nel bagagliaio dell'auto sono le 23.40. Nel provvedimento viene sottolineato come Giulia potrebbe essere morta dissanguata a causa delle ripetute lesioni da arma da taglio al collo, al volto e alle braccia, e per il colpo alla testa.
Quella che le immagini della fabbrica di Fossò riprendono è la seconda aggressione subita da Giulia, quella fatale, mentre lei tentava la fuga. In quell'occasione, secondo la ricostruzione finora effettuata, Turetta potrebbe non aver usato un coltello ma quando spinge Giulia, già ferita, lei batte la testa. A quel punto l'aggressore la carica in macchina e poi la trasporta fino al lago in cui poi la nasconde. Lo scotch che è stato rinvenuto in uno dei luoghi dell'aggressione e sul cadavere della ragazza, come si legge nell'ordinanza, è stato applicato "probabilmente per impedire di gridare".
È stato applicato nel primo luogo dell'aggressione, dove "Giulia è stata privata della libertà di movimento" per non allontanarsi e rimanere in auto accanto all'ex fidanzato. Da qui la possibilità che a Turetta venga contestato anche ilo sequestro di persona. Ed è lì che sono state trovate le grandi macchie di sangue, ma anche un "coltello da cucina" con una lama da 21 centimetri. Se venisse acclarato che si tratta dell'arma del delitto, questo sosterrebbe la contestazione dell'elemento di premeditazione, in quanto l'ex fidanzato di Giulia non avrebbe avuto alcuna ragione di avere con sé un utensile domestico atto a offendere.
Per il gip c'è la necessità che Turetta resti in carcere in quanto si tratta di "un soggetto totalmente imprevedibile poiché, dopo aver condotta una vita all'insegna di un'apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato". Con l'uccisione di Giulia, prosegue il giudice delle indagini preliminari di Venezia, e con l'aggressione avvenuta "a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea", Turetta "ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo". Elementi idonei "a fondare un giudizio di estrema pericolosità e desta allarme" dato che"i femminicidi sono all'ordine del giorno". Da questi elementi, il gip sottolinea che emerge una volontà omicidiaria.
Intanto Filippo Turetta continua la sua reclusione nel carcere di Halle, in Germania, dove è rinchiuso da domenica. Si trova in una cella singola in attesa che le autorità tedesche lo consegnino a quelle italiane, titolari del processo. Le procedure di consegna devono essere rigorose e la domanda italiana di deve essere aggiornata con il nuovo titolo di "omicidio volontario".
Nella giornata di oggi, il ministero della Giustizia ha terminato tutte le attività di sua competenza nella trasmissione in Germania del mandato di arresto europeo e tutti gli atti sono stati trasferiti nel Paese tedesco per procedere con la consegna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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