Quasi 800 fusti che contengono oltre sette tonnellate di pesto sono depositati per il momento nei locali delle autorità sanitaria di frontiera e dell’Agenzia delle Dogane di La Spezia. I prodotti alimentari sono stati sequestrati nel porto di Genova dagli ispettori del ministero della Salute perché non rispetterebbero le normative europee in materia di cibo. Il pesto, seppure appartiene a uno dei marchi italiani più noti nel settore della pasta, il celebre brand “Giovanni Rana”, è stato prodotto negli Stati Uniti, nella periferia di Chicago, dove è attivo uno stabilimento dell’azienda italiana già dal 2012. Lo stop dei fusti destinati al mercato europeo ha dato il via a un contenzioso tra l’imprenditore Rana e il governo con risvolti ancora tutti da decifrare.
La vicenda
Di fronte alla decisione del Posto controllo frontaliero di Genova di non ammettere in Europa il pesto “americano” dell’azienda “Rana”, l’impresa ha presentato ricorso al Tar Liguria per chiedere la sospensione e l’annullamento del provvedimento emanato nello scorso mese di gennaio. I legali del pastificio hanno denunciato la “fumosità” delle accuse mosse nei confronti dell’azienda e la superficialità con cui sono stati effettuati i controlli.
Le autorità che hanno verificato il carico, però, hanno forti dubbi su quello che, nella filiera messa in piedi dall’impresa di Giovanni Rana, è il cliente finale, ossia la multinazionale statunitense dell’hard discount “Costco”. Il colosso vende, nelle filiere francesi e spagnole, con il marchio Kirkland, il pesto prodotto in America da Rana con il marchio Dop e la scritta sull’etichetta: “Basilico italiano 100%”, per la precisione con l’indicazione: “Basil pesto. 100% Imported italian basil Dop - Genovese Basil”. La legge in vigore attualmente, a tal proposito, stabilisce che è “vietato l’uso di indicazioni geografiche e di denominazioni di origine nei marchi commerciali”.
I fusti sequestrati
Le oltre sette tonnellate di pesto sequestrate nel porto di Genova, come riporta il quotidiano la Repubblica, erano dirette allo stabilimento di San Giovanni Lupatolo, in provincia di Verona, per poi esser smistate nei supermercati in Spagna e in Francia.
Di fronte alla dubbia etichettatura del pesto di Chicago, presentato ai consumatori come pesto genovese, le autorità hanno deciso di vederci chiaro facendo scattare il sequestro dei quasi ottocento fusti pronti per essere smerciati in Europa dal colosso americano “Costco”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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