"Ricovero se rifiuta ancora gli integratori". Possibile trasferimento in ospedale per Cospito

Da oltre 3 mesi Alfredo Cospito rifiuta il cibo: ora il tribunale di sorveglianza e i medici di Opera ipotizzano di portarlo in ospedale

"Ricovero se rifiuta ancora gli integratori". Possibile trasferimento in ospedale per Cospito

Alfredo Cospito prosegue lo sciopero della fame nella sua cella del carcere di Opera a Milano, dove è stato trasferito all'inizio della settimana dopo gli anni trascorsi nella casa circondariale di Bancali, a Sassari. Nella struttura milanese, infatti, esiste un settore dedicato alle cure dei detenuti in precarie condizioni di salute, come viene considerato Cospito dopo tre mesi di sciopero della fame. L'anarchico è in regime di 41-bis per aver continuato a mantenere rapporti con le organizzazioni all'esterno del carcere durante la reclusione. In tanti alzano la voce e chiedono che Alfredo Cospito venga liberato e lui stesso sta portando avanti la sua protesta contro il carcere duro, ma lo Stato, davanti alla minaccia di ritorsione, non arretra e conferma di non voler cedere al ricatto violento.

Nonostante Cospito abbia dichiarato di rifiutare qualunque intervento esterno da parte dei medici in caso di peggioramento, si fa largo l'ipotesi che l'anarchico possa essere trasferito in ospedale, ma senza la revoca del 41-bis. La decisione è sul tavolo del tribunale di Milano e dei medici del carcere di Opera, che stanno valutando l'ipotesi di uno spostamento al reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo. Sarebbe questione di giorni se il detenuto dovesse continuare a rifiutare anche gli integratori, in quanto questo potrebbe portare a una crisi cardiaca e alla necessità di trattamenti salva vita. Tuttavia, fino a questo momento, i suoi parametri sono compatibili con la detenzione.

Alfredo Cospito porta avanti la protesta dallo scorso ottobre e oggi è arrivato a 108 giorni di sciopero della fame. Di recente ha iniziato ad assumere acqua, zucchero e sale e ha fatto pervenire al Dap una dichiarazione nella quale esprime la volontà di non procedere con l'alimentazione forzata, nel caso in cui le sue condizioni peggiorassero a tal punto e fosse incosciente. Tuttavia, nelle facoltà dello Stato c'è il trattamento sanitario obbligatorio, che non è escluso in caso di necessità. Al momento è comunque lucido, cammina e si regge in piedi.

È nel suo nome, e a sostegno della sua battaglia, che gli anarchici organizzano attentati e rimostranze contro l'Italia anche all'estero, oltre a manifestare nelle piazze, giungendo allo scontro con la polizia, come avvenuto lo scorso sabato a Roma. Ieri, invece, un operatore televisivo è stato colpito da un fumogeno lanciato dai manifestanti che non volevano i giornalisti durante corteo e presidio tenuto a Milano.

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