“Evidente sproporzione nell'uso della forza da parte degli agenti”. Così, in una nota, l’esecutivo di Magistratura Democratica prende posizione sugli scontri avvenuti a Firenze e Pisa dove sono stati manganellati dei “ragazzi inermi” e immobilizzati “senza alcuna evidente necessità di difesa propria o di terze persone”.
Le toghe rosse di Magistratura Democratica hanno, dunque, preso posizione contro le forze dell’ordine e hanno sentito “la necessità di richiamare sin da ora alcuni punti fermi sulla libertà costituzionale di riunione e sui limiti all'uso della forza da parte delle polizie” così come stabilito dall’articolo 17 della nostra Carta. I togati di Md ricordano che le riunioni in luogo pubblico non autorizzate possono essere vietate “soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica". In base all’articolo 18 della legge in materia di sicurezza pubblica, infatti, l’omesso preavviso di tre giorni da parte dei promotori “non rappresenta una condizione di illegittimità della riunione né un'automatica presunzione di pericolo per l'ordine pubblico”. In caso di omesso avviso, il questore ha la facoltà (non l'obbligo) di ordinare lo scioglimento della riunione.
“Il motivo dello scioglimento deve rigorosamente inerire a ragioni di sicurezza e non al merito o al tema della manifestazione. In secondo luogo, - si legge ancora nella nota dell'esecutivo di Md - sono previste delle modalità per lo scioglimento della riunione agli articoli 24 e 25 del regolamento di attuazione della stessa legge, le quali non autorizzano in alcun modo un uso indiscriminato o sproporzionato della forza". Secondo le toghe rosse, dunque, l'uso della forza da parte delle forze dell’ordine“è legittimo solo quando sia inevitabile per effettive ragioni di sicurezza degli agenti e della collettività”. Ma i togati di Magistratura Democratica si spingono oltre chiedendo che “le autorità preposte avviino immediatamente tutti gli accertamenti per chiarire questo episodio, compresa l'identificazione degli agenti” e auspicando pertanto la revisione delle disposizioni del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza attraverso una legge che“imponga agli addetti ai servizi di ordine pubblico di indossare elementi identificativi che ne consentano sempre l'individuazione". Una norma che garantirebbe gli agenti di pubblica sicurezza corretti e che darebbe “un minimo presidio di garanzia per tutti i consociati che intendono esercitare le loro libertà costituzionali".
La risposta del Coisp a Magistratura Democratica
Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, oggi ha inviato una lettera di risposta a Magistratura Democratica che ilgiornale.it ha potuto visionare in esclusiva. Nella missiva si ricostruisce quanto accaduto a Pisa dove un nutrito corteo di studenti ha cercato di passare davanti alla sinagoga. La manifestazione non era autorizzata e “il questore ha dato l’ordine di inibire il transito nel momento in cui i manifestanti – la cui maggioranza, per quanto composta da giovani studenti, non aveva affatto idee pacifiche – voleva transitare in via Palestro proprio davanti al predetto luogo di culto ebraico”. Il Coisp ricorda, inoltre, il “netto rifiuto” dei partecipanti al corteo di fronte all’opera di dissuasione da parte degli agenti di polizia che hanno, dunque, dovuto predisposte un cordone di sbarramento. Di fronte a tutto ciò, i manifestanti hanno tentato comunque di forzare fisicamente il dispositivo “peraltro inveendo con sputi e offese di varia natura avverso gli operatori della Polizia di Stato schierati”. Solo dopo, spiegano dal Coisp, “è stata disposta quella che tecnicamente si definisce una ‘carica di alleggerimento’, così da inibire il transito ai giovani ‘facinorosi’, facendoli arretrare di una decina di metri e ristabilire una zona cuscinetto tra i manifestanti e le forze di polizia”.
La lettera del Coisp prosegue facendo notare che “dopo lo stillicidio di notizie fuorvianti o riportate in maniera capziosa, parziale e ‘partigiana’ durante tutto il fine settimana” Magistratura Democratica “non si limita a stigmatizzare la gestione del servizio di ordine pubblico ma addirittura chiede anche una modifica normativa del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza”. Il sindacato di polizia accusa le toghe rosse di Md di aver omesso quanto prescrive l’articolo 18 del T.U.L.P.S., ossia che esistono delle pene pecuniarie e persino l’arresto fino a sei mesi per chi promuove manifestazioni non autorizzate. Il Coisp si chiede, dunque, perché secondo Magistratura Democratica “l’omesso avviso non rappresenti una condizione di illegittimità della riunione medesima né sia lecito presumere che la stessa possa costituire - anche solo in via presuntiva - un pericolo per l’ordine pubblico”. Il sindacato accusa le toghe rosse di partecipare “ad un processo mediatico” prima ancora che sia celebrato quello reale e "in modo particolare - si legge ancora nella missiva - ci lascia sbigottiti l’evidente affermazione che tutti i problemi che rilevano nella gestione dell’ordine pubblico nel nostro Paese sarebbero risolvibili con un identificativo da appiccicare sulle spalle o sulla fronte dei poliziotti, dei Carabinieri e delle Forze di Polizia in generale". Magistratura Democratica sarebbe vedrebbe "un problema per i manifestanti la cui libertà si garantirebbe con un identificativo che consenta sempre l’individuazione degli addetti ai servizi di ordine pubblico" e non si renderebbe conto dei problemi di ordine pubblico che determinano queste manifestazioni non autorizzate e sono anche la causa dei cirda duemila poliziotti feriti ogni anno. La richiesta dell'identificativo viene definita una "rivoluzione copernicana" che porterà improvvisamente molti benefici: "improvvisamente - scrive Pianese - non ci saranno più manifestazioni violente, nessuno più distruggerà una vetrina di un supermercato o di una banca, nessuno più incendierà un’auto della polizia o di un inerme cittadino, nessuno più lancerà bottiglie incendiarie nei confronti delle forze di polizia, nessuno ci oltraggerà, ci prenderà a calci o sputi o offenderà donne e uomini che ogni giorno indossano l’uniforme per difendere le Istituzioni ed i cittadini". Il segretario generale del Coisp esprime a nome della categoria la rabbia e la delusione per come vengono raffigurati i poliziotti. E aggiunge: "Ai ragazzi che manifestano andrebbe spiegato che non devono diventare strumento nelle mani di cattivi maestri che li incitano e fomentano, che è sacrosanto esprimere le proprie idee ma nei modi consentiti e che la libertà si sostanzia proprio nel rispetto delle leggi del nostro Paese. In tal senso questa prima “lezione” offerta da Magistratura Democratica non ci pare granché".
Pianese, infine, si dice preoccupato per "un accertamento dei fatti che pare già definito da alcuni che dovrebbero essere super partes" e si auspica che si introduca una norma che consenta ai magistrati "di essere al nostro fianco durante le manifestazioni per percepire concretamente quello che accade durante alcune manifestazioni".
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