Di origine marocchina, ma nata e cresciuta nel nostro Paese, ama un ragazzo occidentale e si veste come le sue coetanee italiane. Questa la colpa di Amina C., 18 anni, residente a Velina, piccola frazione del Comune di Castelnuovo Cilento, ripudiata dai familiari, in particolare dalla sorella, che le rimproverano di aver tradito la sua cultura. “Invece di pensare alla scuola pensi a fare la t… in giro, non sei più la brava ragazza che conoscevamo, hai portato disonore alla famiglia”, alcune delle minacce della fmaiglia, riportate dal Corriere.it.
Lo scorso 26 giugno, dopo la prova orale degli esami di maturità, conseguita al Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, Amina non rientra più a casa, facendo perdere le proprie tracce, aiutata dai servizi sociali. A dare l’allarme è il fratello. Il giorno dopo, alcuni amici riescono a rintracciarla. Amina sta bene. A metà luglio, tramite una lettera su GoFundMe, una piattaforma americana di crowdfunding, che consente alla gente di avviare raccolte fondi per progetti personali, spiega i motivi del suo allontanamento, cioè, che dopo l’esame orale i familiari volevano portarla da un ginecologo per verificare se fosse ancora vergine o meno, e chiede di essere aiutata economicamente. “Se non fossi stata vergine avrebbero subito riparato ‘l’errore’ che avevo commesso, facendomi sposare qualcuno all’istante”, rivela. Le servono soldi perché ha deciso di lasciarsi alle spalle quella famiglia che tanto male le avrebbe fatto. "I servizi sociali mi hanno portata in una struttura che accoglie vittime di violenza, ma non mi sono ambientata, così adesso vivo da sola”.
Stando a quanto raccontato dalla giovane, l’incubo per lei sarebbe iniziato tre mesi fa, quando i suoi familiari hanno scoperto della sua relazione sentimentale con un giovane del posto. “Da quel momento”, scrive Amina nella sua lunga lettera, “appena tornata a casa ho provato una paura indescrivibile. Incrociavo solo sguardi d'odio, di delusione e di rabbia. Iniziarono le urla che riuscirono a lacerare qualcosa di più del silenzio. Mia sorella ha iniziato a picchiarmi in faccia e a tirarmi per i capelli portandomi a terra”. Ma non è tutto. La giovane era costretta a incassare frasi piene di odio: “Se morivi era meglio, perché non sei morta con nostro padre 8 anni fa?". E ancora: "Ora ti odiamo tutti e per noi sei morta".
Amina sarebbe stata continuamente vessata e tenuta sotto stretta sorveglianza. Non volevano più mandarla a scuola, ha dovuto implorarli per diversi giorni. “Mi avevano sequestrato il telefono, dovevo studiare in camera con la porta aperta perché venivano a controllarmi, non potevo neppure andare a buttare la spazzatura da sola”, ha raccontato sui social. Eppure, nonostante fosse costretta a vivere e a studiare in un clima a lei ostile, è riuscita a diplomarsi con il massimo dei voti.
“Il 14 marzo le era stata conferita la cittadinanza italiana ed era molto felice”, racconta il sindaco di Castelnuovo Cilento, Eros Lamaida. Adesso si spera che sul suo viso torni a brillare quel sorriso di qualche mese fa.
Amina sta cercando un lavoro per mantenersi, intanto, grazie al crowfunding ha raccolto quasi cinquemila euro, che le serviranno per iscriversi all’università. Amina è forte e tenace, vuole studiare per diventare un medico. Lo ha promesso al suo papà, che non c’è più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.