Milano, svastiche sui muri e scritte contro Israele: è allarme antisemitismo

Nel capoluogo lombardo spuntano scritte e immagini antisemite. Vandalizzati anche i volantini degli ostaggi israeliani

Milano, svastiche sui muri e scritte contro Israele: è allarme antisemitismo
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Nel conflitto tra Israele e Palestina, fin dalle origini della questione mediorientale, è sempre esistita una divisione nel supporto all'una o all'altra causa, che si è acuita nelle ultime settimane dopo il riaccendersi della guerra. Ma a differenza del passato sembra configurarsi una partecipazione diversa, con una componente d'odio talmente elevata contro Israele da richiamare echi antisemiti di novecentesca memoria. Le proteste in piazza che si svolgono ogni settimana vedono la partecipazione di gruppi sempre più spostati verso l'estremismo, anche in conseguenza dell'elevata islamizzazione occidentale degli ultimi anni. Questo porta nelle strade e nelle manifestazioni quell'ancestrale odio che il mondo arabo nutre nei confronti di quello occidentale, che si esplicita in cori contro gli ebrei, bandiere israeliane bruciate e inni islamici. Ma non solo. Si è arrivati addirittura a strappare i manifesti affissi per ricordare le vittime di Hamas e gli ostaggi israeliani, mentre nella Darsena sono comparse svastiche sui muri e scritte contro lo Stato ebraico.

Ci sono testimonianze di queste azioni squadriste che provengono da diverse parti del mondo: dalla California a New York, passando per Londra e Parigi, in ogni città in cui siano stati affissi i manifesti, questi sono stati rimossi dagli artisti pro-Palestina. Quale disturbo può generare la foto di un bambino rapito dai terroristi di Hamas? Evidentemente qualcosa deve suscitare questo nei sostenitori della Palestina che si impegnano a strappare con rabbia qualunque volantino di questo tipo, come è accaduto a Milano appena poche ore dall'affissione. All'alba di domenica, infatti, un gruppo di volontari ha fatto un "attacchinaggio" solidale con Israele, diffondendo dal Duomo a Cairoli, tra le fermate della metro e altri punti sensibili, le immagini delle persone rapite da Hamas nel blitz del 7 ottobre. Erano lì, le loro facce, i loro nomi e le loro età: la maggior parte erano giovani e giovanissimi partecipanti al rave party dove, quelli che non sono stati trucidati, sono stati rapiti. Ma c'erano anche le immagini dei bambini portati via delle famiglie nei kibbutz.

Dopo aver bruciato le bandiere di Israele, inneggiato a Hitler contro gli ebrei, messo la kefiah ad Anna Frank e intonati inni contro Israele e in favore della sua distruzione, ecco che la rabbia dei sostenitori della Palestina si riversa sui civili innocenti. A Milano, inoltre, sono stati imbrattati i disegni lasciati sull'asfalto raffiguranti la bandiera bianca con la stella di David e, a breve distanza, è comparsa anche una svastica dipinta su un muro. I presunti pacifisti che sostengono la Palestina stanno rivelando la loro natura antisemita, la loro indole razzista in un crescendo di odio che non giova alla causa di nessuno dei due Paesi.

Chiedono lo stop dei bombardamenti israeliani su Gaza ma non una sola parola viene spesa sugli atti terroristici contro Israele, dimostrando che quella che vogliono è una pace condizionata in cui a soccombere dev'essere lo stato ebraico.

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