Nba vieta le scarpe che fanno saltare come canguri

L'associazione del basket Usa ha vietato l'uso di calzature che aiutano a saltare di più. Il segreto è nel tallone. Ma il caso dei costumoni nel nuoto, delle ruote lenticolari nel ciclismo e di altri ritrovati tecnici ha consigliato di evitare un altro caso di sport dopato

Le scarpe del basket come i costumi dei nuotatori, le gambe finte di Pistorius, le bici con ruote lenticolari, i bob supermodernizzati. E per andare ancora più indietro le scarpe catapulta di un saltatore in alto sovietico che riuscì ugualmente a farsi convalidare il record del mondo. Tutti figli del progresso e del futuro. Ma allo sport fanno danni. E così la Nba ha deciso di bandire bandisce l'uso delle scarpe «Concept 1», calzature "magiche" che aiutano i giocatori a saltare di più. Una sorta di scarpe catapulta che ti fanno sembrare un canguro. Forse. In una nota la National Basketball Association ricorda che, «secondo le regole della lega, i giocatori durante le partite non possono indossare materiale che crei un evidente vantaggio».

Le scarpe in questione, invece, garantirebbero un'elevata spinta in verticale, grazie ad un particolare sistema. La «Concept 1» è un'azienda di Los Angeles fondata da due fratelli, Adam e Ryan Goldston, i quali sostengono che molti giocatori, specialmente il 30% dei Rookie 2010-2011, hanno recentemente chiesto informazioni su queste calzature che costano 300 dollari a paio.

I gemelli Goldston, appena 23enni, nella carriera universitaria a Southern California hanno fatto parte della squadra di basket. Ma l'altezza(m.1,80) gli ha negato l'ebbrezza della schiacciata. Ora, da giovani imprenditori, hanno brevettato la tecnologia "Load 'N Launch" (Carica e lancia). Il segreto è nel tallone della scarpa: «Viene inserita una sorta di piattaforma di lancio che riceve l'energia prodotta dal giocatore e aumenta la spinta del salto con l'aiuto di un complesso sistema di propulsione a molla», dice Ryan spiegando il meccanismo. «Il sistema non solo consente di saltare più in alto, ma permette anche di risparmiare energia.

I giocatori potrebbero esprimersi ad un livello superiore nel terzo e nel quarto periodo delle partite, quando normalmente la fatica si fa sentire».

Il regolamento, però, non è il vero scoglio. Per la Nba, il problema principale da affrontare è legato al fatto che la maggior parte dei giocatori è sotto contratto con altri brand. E i contratti sono cose serie.

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