da Milano
Il rischio frane? La carenza di insegnanti nelle scuole? Le esondazioni dei fiumi? Macché. Il vero tormento della Regione Valle dAosta sono i gufi reali. Per avere una stima di quanti siano appollaiati sugli alberi valdostani, hanno dovuto chiamare una consulente esterna e sborsare 10.195 euro. E meno male che la piccola Valle è allultimo posto nella distribuzione di incarichi, solo 595 nellanno scorso. Nulla in confronto ai quasi 28mila della Lombardia, ai 21mila dellEmilia Romagna, ai 16mila del Veneto, come si legge nellelenco pubblicato dalla Funzione pubblica. Fare da consulenti agli enti non fa diventare ricchi, i pochi fortunati con un incarico da più di 100mila euro si contano sulle dita di una mano. Ma vedersi accreditare 8800 euro per unindagine sui prezzi al consumo in città, come è successo a una consulente del Comune Pesaro, schifo certo non fa. E il nostro Paese ha accolto a braccia aperte Mohammed Ali Masoumi, cittadino immigrato, che sempre a Pesaro è stato chiamato come addetto per laccoglienza dei cittadini immigrati: 5.875 euro. Spesso però il lavoro consiste in poco, tanto varrebbe impegnare per un pomeriggio un impiegato dellEnte. Come per lideazione del volantino su «Antimafia oggi», a Zola Pedrosa, liquidato a un «esperto» esterno di volantini per 180 euro. Oppure il «Professionista dello skateboard» ingaggiato per 200 euro dal Comune di Bardonecchia per una qualche esibizione municipale.
Gli enti sono fantasiosi ma litigarelli. Non si contano le spese in contenziosi, liti, arbitraggi, risarcimenti e assistenza legale ai dipendenti ed ai pubblici amministratori contro singoli cittadini, contro altri Comuni o contro ristoranti e locali pubblici per chissà quale vertenza. Gioia di studi legali e consulenti vari in diritto amministrativo. Però gli Enti si rifanno di queste beghe volando alto, con i corsi musicali, i laboratori artistici, le mostre ideate dallassessore, attività che rendono indispensabile lutilizzo di artisti, funamboli, creativi, professori, musicofili, tutti in qualità di necessari esperti. Così il Comune di Imola impegna 4320 euro per pagare un docente di «Canto popolare» e altri 2160 euro per un altro studioso chiamato a presiedere il corso «Parole dei bambini e tempi degli adulti». A Ragusa si spendono 4420 euro per la prestazione di un «Aiuto sperimentatore del laboratorio terre e rocce» mentre a Stradella era indispensabile chiamare una esperta da fuori per la catalogazione del Museo della Fisarmonica: 3218 euro. A Carrara, terra di marmi, è attivo un corso di design dei materiali lapidei, e lo stilista di pietre tombali presta la sua opera per 2580 euro.
Anche il benessere dei cittadini è una costante preoccupazione degli amministratori pubblici. Non fosse per loro, cosa farebbe lesercito di massoterapisti, sociolinguisti, psico-pedagoghi, logopedisti, esperti in prevenzione delle cadute degli anziani o in recupero di minori difficili, chiamati ovunque come consulenti? Ma non se la cava male nemmeno lanimatrice di una ludoteca a Prata di Pordenone, che grazie alla sua verve porta a casa 10.416 euro. Non sappiamo invece cosa preveda il laboratorio di «Fiabe per adulti», tenuto da una consulente per 1744 euro a San Daniele in Friuli, la città del prosciutto crudo. A Formignana, nel ferrarese, la trascrizione di un decreto di esproprio di una pista ciclabile costa la bellezza di 2.246 euro, mentre è difficile calcolare lammontare complessivo delle docenze a Varese per il corso di «Decentramento culturale». Giustamente a Pontevico, nel bresciano, per calcolare in termini probabilistici la possibilità di fulmini in una scuola media, hanno scomodato uno scienziato che per il conto hanno liquidato con 1.285 euro.
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