Nel derby delle piazze la Bindi vuole usare il popolo degli anti-Dico

Il ministro prova a sfruttare la manifestazione. Forse anche Berlusconi sarà a San Giovanni

Nel derby delle piazze  la Bindi vuole usare il popolo degli anti-Dico

Roma - Dunque il derby delle piazze è oggi, in una Roma divisa fra il Family day di San Giovanni, e l’Orgoglio laico di piazza Navona. E ovviamente ieri, a ventiquattr’ore dai due eventi non sono mancati pronunciamenti e prese di posizione, nuovi batti-e-ribatti nel governo, a partire dalle parole del ministro Rosy Bindi, che in una intervista al Giornale - ha spiegato: «Non scendo in piazza perché i ministri non partecipano alle manifestazioni». Poi, però, ha precisato; «Tanto più piazza San Giovanni sarà affollata, tanto più darà forza alle mie richieste sulla famiglia». Subito dopo ha concluso: «Io i Dico li rifarei, perché non li considero un attentato alla famiglia». Per un ministro che vuole esserci (e manca) ce n’è un altro che ci vuole stare a tutti i costi (e non mancherà). Ci scherza sopra, infatti, Clemente Mastella: «Se proprio vogliono, per partecipare - spiega - sarei capace di dimettermi oggi da ministro e riprendere la carica lunedì». Gianfranco Fini, presidente di An, sintetizza: «Il Family Day è una manifestazione che dovrebbe essere concepita a difesa della famiglia, al di là del fatto di essere laici o ossequiosi al dettato della Chiesa».
Ma le parole della Bindi suscitano anche reazioni polemiche, come quella di Maurizio Gasparri, dell’esecutivo di An: «I Dico finiscono in archivio mentre diventa urgente una politica fiscale per la famiglia. Il governo annaspa - spiega Gasparri - e la Bindi, che vota i Dico, parla a vanvera e in modo illegale organizza una ridicola conferenza di regime nei giorni di silenzio elettorale, violando il divieto di propaganda il 26, vigilia del voto». Ovvio, quindi che un ex sindacalista non lontano dall’Unione, Savino Pezzotta (anche lui portavoce della manifestazione), si preoccupi: «Non consegniamo questa manifestazione alla destra. Vogliamo solo promuovere la famiglia, un bene di tutti».
Chi nel governo spara a zero sul Family day, invece, è il ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini: «Sarò con lo spirito a piazza Navona, la piazza laica. San Giovanni è un’occasione sprecata di utilizzo strumentale e spregiudicato di temi che dovrebbero unire e invece sono branditi per dividere». Anche la collega agli Affari europei, Emma Bonino (Rnp) è critica: «Siamo tornati indietro di 30 anni. Il Paese non merita tanta intolleranza». Mentre Paolo Ferrero (Prc), titolare della Solidarietà sociale, accusa: «La piattaforma del Family day è contro il governo».
A San Giovanni, invece, ci sarà a 88 anni un politico tradizionalmente vicino alla Chiesa come Giulio Andreotti: «Partecipo perché sono romano, padre di famiglia, cattolico. Credo che sia una testimonianza, qualche cosa che riguarda un po’ tutti». E ci saranno anche persone che hanno origini culturali opposte come la giornalista Lucia Annunziata, o l’eurodeputato Beniamino Donnici (Idv). Che giornata sarà? «Serena, utile e costruttiva» secondo il vicepremier Francesco Rutelli che dopo il «pentimento» («Non fossi ministro, andrei in piazza») deve incassare la stoccata del segretario dello Sdi, Enrico Boselli: «Ha fatto l’ennesima acrobazia, è in disaccordo con se stesso». Diplomatica la previsione del cardinal Camillo Ruini, presidente Cei: «Bisognerà vedere il bollettino meteorologico». Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Fi, auspica «una San Giovanni gremita. Una folla festante vorrà gridare con forza e convinzione tutta la propria contrarietà ai Dico e il proprio amore per la famiglia tradizionale». Quanto al coordinatore azzurro Sandro Bondi, non ha sciolto il vero thrilling della giornata nemmeno ieri: «Spero che Berlusconi venga, io sarò a piazza San Giovanni e ci saranno moltissimi dirigenti di Forza Italia».

Secondo alcuni il Cavaliere potrebbe fare un’apparizione fugace alla manifestazione. A ranghi completi anche l’Udc, con in testa Pier Ferdinando Casini. Comunque vada, il peso delle due piazze, da lunedì, irromperà sul tavolo della politica.

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