"Ammazziamo i miscredenti per allargare lo Stato islamico"

Nelle parole di Maria Giulia Sergio un mix di determinazione e violenza

"Ammazziamo i miscredenti per allargare lo Stato islamico"

«Noi qui stiamo ammazzando i miscredenti per poter allargare lo Stato islamico, ok?» annuncia via Skype , in collegamento con l'Italia dalla Siria, Maria Giulia Sergio. Lady Jihad pensa di non essere intercettata e parla a ruota libera. «È finito il tempo che il musulmano sta nella terra della miscredenza, quello era il tempo dell'ignoranza, adesso c'è il khalifa (il Califfo, ndr )» spiega ai familiari la convertita alla guerra santa. E loda «i mujaheddin che hanno 15/16 anni e ammazzano 50 miscredenti. Dio è grande, no?». Nella stessa conversazione Maria Giulia trasformata in Fatima sottolinea: «C'è bisogno della legge islamica e qui abbiamo la legge islamica...quante volte ti ho detto: oggi hanno tagliato una mano di qua e di là, questa è la legge di Allah lode a lui l'Altissimo». E ancora descrive «i mujaheddin bellissimi, fortissimi, intelligenti, una meraviglia» secondo la Lady Jihad italiana partono per la guerra santa «e poi vanno da Allah...» uccisi in battaglia «perché? Qualcuno dà loro dei soldi? No, no...» lo fanno «per il Paradiso».

Il coordinatore dei volontari del Califfo, l'emiro Ahmed Abu Alharith, fornisce istruzione agli aspiranti mujaheddin che arrivano dall'Europa e dai paesi arabi da un cellulare turco: «Non portare con te apparecchi elettronici, tipo computer, laptop e i telefoni intelligenti, come iPhone, Samsung, Galaxi» per evitare di venire individuati dai servizi segreti occidentali. E aggiunge: «Ognuno deve avere una sola valigia».

Ben più inquietante quando un altro seguace del Califfo parla con un reclutatore in Libia, che inviava volontari in Siria. «Lo Stato islamico esiste già in Libia - sostiene il mujahed - Non c'è bisogno di mandarci fratelli in Siria. Cioè possono operare in Libia e anche in Tunisia». Come si è visto con le stragi al museo del Bardo di Tunisi e sulla spiaggia di Sousse dello scorso venerdì.

Bushra Haik, canadese nata a Bologna, che vive in Arabia Saudita, è responsabile dell'indottrinamento on line , in italiano, di Maria Giulia, la sorella Marianna e altre donne. Non solo invita a raggiungere il Califfato, ma ne giustifica gli orrori, come l'esecuzione del pilota giordano catturato e bruciato vivo. «Noi sappiamo che esiste la pena del contrappasso - sostiene l'insegnante del Corano -. Questi piloti hanno combattuto con gli stati crociati, l'America, l'Europa. Chi si allea con i miscredenti diventa una di loro. È stato preso mentre faceva dei raid bruciando dei musulmani. Per questo deve essere punito nella stessa maniera».

Marianna Sergio, che vuole raggiungere in Siria la sorella, è scatenata: «Gli americani quando sono andati in Irak, quante donne hanno violentato? Sai quante donne hanno mandato con una bomba (in missione suicida, ndr ) perché vogliamo morire piuttosto che avere nella pancia ‘sti bastardi di americani».

L'8 gennaio Marianna chiama Arta

Kacabuni, che vive a Scansano in Maremma, per informarla della strage al giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. La parente albanese del cognato mujahed che combatte in Siria esulta: «Hanno fatto bene, che Allah li ricompensi».

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