«Noi non ci arrendiamo, ci metteremo in regola»

«Abbiamo cercato di eseguire tutte le opere di ristrutturazioni necessarie. I controlli non ci fanno paura: non abbiamo nulla da nascondere»

Augusto Pozzoli

«Abbiamo iniziato le lezioni per senso di responsabilità. Per non lasciare ancora a casa i bambini senza scuola. Ma sappiamo bene che la procedura per regolarizzare la situazione non è affatto conclusa».
Lidia Acerboni, insegnante in pensione che coordinava le lezioni di italiano nella scuola di via Quaranta, è la direttrice della scuola bilingue arabo-italiana di via Ventura, e sa bene che la strada per sanare la situazione non è ancora conclusa. «Anche per noi – continua Acerboni – è chiaro che senza autorizzazione una scuola non può funzionare, ma per arrivare a raggiungere questo obiettivo esistono diverse modalità. Abbiamo cercato di eseguire tutte le opere che secondo la legge sono necessarie per avere tutte le approvazioni tecniche, sia dai vigili del fuoco che dell’Asl, e conformi a tutte le osservazioni fatte dai tecnici dell’edilizia scolastica del Comune di Milano. Quando la situazione è stata certificata, abbiamo inviato la relativa documentazione sia al Comune che all’ufficio scolastico regionale. E quando il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Mario Dutto ha scritto che questa documentazione era valida e che sollevava una sola perplessità relativamente alla durata del canone d’affitto dei locali - rilievo che pur abbiamo raccolto e sanato - abbiamo deciso di avviare le lezioni dandone preventiva comunicazione all’amministrazione scolastica. Si tratta di una delle soluzioni esplicitamente previste da una legge del 1994 tuttora in vigore».
La professoressa Lidia Acerboni ritiene questo appena citato soltanto un passaggio per arrivare alla soluzione definitiva. «Ci rendiamo conto – dice ancora la direttrice della scuola arabo-italiana di via Ventura – che la documentazione presentata deve essere attentamente vagliata dagli organi competenti. Ma tutto questo esige dei tempi tecnici che contrastano con l’interesse dei bambini a poter disporre di un’adeguata istruzione seguendo le regolari lezioni. I controllo del resto ci sono e, mi pare, soprattutto da parte del Comune, con una solerzia e un impegno che non ha paragoni».
E non è tutto. «In poco più di una settimana abbiamo ricevuto ben nove ispezioni tecniche.

A noi questi controlli non fanno paura - conclude Lidia Acerboni - perché non c’è nulla che vogliamo nascondere. Se poi alla verifica della situazione ci saranno altri rilievi negativi, siamo sempre pronti a rimediare. Essere in regola è un nostro preciso interesse. Da tutti i punti di vista».

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