Non fu favoreggiamento: assolta l’amica di Doina

Omicidio di Vanessa Russo, il gip scagiona la diciottenne Costantina

Non fu favoreggiamento: assolta l’amica di Doina

I fermo immagine delle telecamere a circuito chiuso della metropolitana di Roma che fecero il giro dei tg e di tutte le prime pagine dei quotidiani la ritraevano, vestita di bianco, che saliva di corsa le scale della stazione Termini, con accanto Doina Matei. Per Costantina, allora minorenne, quello fu l’inizio di una fuga vana: dopo pochi giorni fu arrestata con l’accusa di concorso nell’omicidio di Vanessa Russo, la giovane uccisa con la punta di un ombrello.
Un’accusa che già il Riesame annullò e ieri, a oltre un anno da quell’omicidio, Costantina è uscita completamente dall’indagine. Nessuna responsabilità per la compagna di fuga di Doina Matei, la romena che uccise il 26 aprile 2007 Vanessa Russo dopo un litigio nella stazione della metropolitana di Termini. Il gup del Tribunale per i minorenni ha infatti assolto Costantina dall’accusa di favoreggiamento, al termine del giudizio abbreviato. La ragazza, assistita dall’avvocato Carlo Testa Piccolomini, non solo non ebbe secondo il giudice responsabilità nell’omicidio, ma non aiutò nemmeno la sua amica a scappare.
Il pm della procura per i minorenni di Roma aveva chiesto invece quattro anni di reclusione per la ragazza che ha compiuto 18 anni un mese fa. Costantina da alcuni mesi è ritornata in Romania assieme alla madre. La ragazza era accusata dalla procura di aver «aiutato Doina Matei a eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria, prima fuggendo con lei dallo scenario del delitto e rendendosi entrambe irreperibili, successivamente consigliando alla maggiorenne che intendeva consegnarsi alla polizia per chiarire la situazione, di restare nascoste». Le due ragazze furono arrestate a Tolentino, nelle Marche, e, secondo gli investigatori, erano intenzionate ad allontanarsi ulteriormente verso Bologna o Ancona.


Doina Matei, intanto, sta già scontando l’omicidio di Vanessa, una condanna a 16 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi. La condanna fu inflitta dal gup Donatella Pavone al termine del giudizio con rito abbreviato.

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