Non vuole sconti di pena e picchia gli agenti: arrestato

A lui l’indulto proprio non è mai piaciuto. Decine di migliaia di persone lo hanno invocato, atteso, sospirato. Ma lui no, dello sconto di pena non ne ha mai voluto sapere. Agli arresti domiciliari, condannato per reati societari, un torinese di 55 anni ha dato in escandescenza quando gli agenti gli hanno notificato il provvedimento. «Libero. Lei è libero!», gli hanno detto gli uomini in divisa. I quali si aspettavano se non scene di giubilo, almeno contentezza. Invece... L’uomo s’indigna, alza la voce: «Non voglio nessun indulto, io. Non voglio sconti di pena». Perde la pazienza, cerca di spiegare che preferisce rimanere coatto a casa perché «una volta fuori temo di commettere altri reati». Gli agenti sono sbalorditi. Cercano di farlo ragionare. Ma la situazione precipita quando gli spiegano che non è «facoltativo» accettare l’indulto. «Così è. Lei è libero. Capito? Libero!». A quel punto l’uomo esce di senno totalmente.

Si lancia contro gli agenti e inizia a vibrare colpi su colpi. Picchia duro. Un’aggressione bella e buona. E il codice parla chiaro: è un reato. «Lei è in arresto, ci segua in caserma», ora gli intimano. In fondo lo hanno accontentato.

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