Con la nuova Brera l’Alfa Romeo tenta una difficile svolta

Per il marchio qualche segnale di ripresa. Ma le vendite del coupé presentato ieri si sentiranno solo nel 2006. Il titolo Fiat torna vicino ai 7 euro (ieri più 1,16%)

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Torino

Anche Alfa Romeo, alle prese con uno degli anni più neri della sua storia, comincia a dare segnali di ripresa. Ma solo nel 2006 la nuova berlina 159 e la coupé Brera, presentata ieri a Torino, faranno sentire il loro peso nelle vendite del gruppo. Alla fine di quest'anno - ha detto Antonio Baravalle, responsabile del marchio - contiamo di immatricolare complessivamente 150mila vetture, di cui 65mila in Italia». I dati, in calo rispetto al 2004 (168mila vendite nel mondo e circa 75mila in Italia), comporteranno per la quota mercato un passo indietro: dal 3,3 al 2,9-3%. L'Alfa Romeo continua a pagare l'errore strategico di aver lanciato la 159 al Salone di Ginevra, a marzo, per poi renderla disponibile solo in questi giorni, bloccando di fatto il mercato della 156. La crisi è stata avvertita soprattutto in Germania e nel Regno Unito dove sono stati programmati nuovi investimenti nelle reti commerciali. La berlina 159 in particolare (6mila ordini finora) e la Brera, disegnata da Giugiaro, nei piani dell'ad Sergio Marchionne sono i modelli che daranno al Biscione la scossa decisiva. «Per la Brera - ha spiegato Harald Wester, capo dello sviluppo prodotto - sono stati investiti 200 milioni: la vettura sarà prodotta da Pininfarina a San Giorgio Canavese, in circa 20mila esemplari l'anno, versione spider compresa». Nel 2006, oltre alla Brera coupé, in vendita da gennaio (listino da 34mila a 45mila euro), e alla spider, annunciata in primavera, il marchio si avvarrà anche della 159 wagon, mentre a Torino si sta decidendo se anticipare sempre al 2006 il lancio della nuova 147.
Intanto, all'indomani dei dati italiani sulle immatricolazioni che hanno premiato Fiat Auto (in ottobre la quota di mercato è passata dal 27,6 al 28,06%), con i marchi Fiat e Alfa in evidenza, la Borsa ha dato un segnale di apprezzamento riportando il titolo torinese vicino ai 7 euro (più 1,16% a 6,94 euro). Anche Rasbank, in un rapporto, ha sottolineato come «il potenziale della Grande Punto e dell'Alfa 159 si sia espresso solo parzialmente e che probabilmente saranno i dati di novembre a mostrare l'effetto più compiuto del lancio dei nuovi modelli torinesi». Confermato anche il giudizio "outperform" e un prezzo obiettivo di 7,7 euro per azione.
Nessuna novità, almeno per quest'anno, sul fronte delle banche diventate azioniste della Fiat in settembre.

Alla dichiarazione di Sanpaolo Imi di ritenere strategica la quota nel Lingotto, per Capitalia, Unicredit e Intesa sembrano essere ancora lontani i tempi di una possibile cessione delle rispettive quote. «Si sta alla finestra - dice al Giornale una fonte bancaria - per vedere se i progressi sui conti e a livello industriale sono destinati a consolidarsi».

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