Per la nuova Fiera di Roma parte il conto alla rovescia

Presentata da Mondello, Alibrandi, Bosi e Sogaro presidente e ad di FdR SpA e presidente e ad di FdR srl

(...) di piazza del Popolo. Quattro porte d’accesso ai quattro punti cardinali, ognuno con biglietteria. Ma il progetto è molto più grande e si sviluppa su una superficie lorda di 920mila metri quadrati, dei quali 302mila di verde pubblico. Ancora: un centro direzionale di 3mila metri quadrati e un centro convegni con capienza fino a 4mila posti. E poi bar, ristoranti, agenzie di viaggio, ufficio postale, sportelli bancari, postazioni internet, ventuno sale servizi a disposizione degli espositori. Imponente anche l’impegno sulle infrastrutture, con la realizzazione di due complanari con tre corsie per senso di marcia nel tratto compreso tra raccordo e A12 e di una stazione «Fiera» sulla ferrovia Roma-Fiumicino, che sarà in funzione già dal prossimo aprile. È in progetto anche un attracco turistico sul Tevere.
Ancora cifre, non si sfugge: stavolta quelle economiche. L’investimento per la realizzazione del nuovo quartiere è, nella prima fase, di circa 355 milioni di euro, a carico di Fiera di Roma, società per azioni partecipata da Camera di Commercio di Roma (47,4 per cento), Comune di Roma (27,6), Regione Lazio (12,4) e, con quote inferiori all’uno per cento, da Provincia di Roma, Apt, Unione Industriali e Unione agricoltori di Roma. Il credito è garantito da Banca di Roma e Mcc, entrambe del gruppo Capitalia. Per le infrastrutture Comune e Anas hanno stanziato altri 150 milioni di euro. A fronte di questo impegno, uno studio Censis prevede che a regime il nuovo polo produrrà un fatturato diretto e indiretto di 700-800 milioni annui.
Insomma, parte il conto alla rovescia per l’opera più importante per il futuro di Roma. Uno scatolone grande, nuovo e lucido, che andrà riempito. Come? I settori su cui si punta sono l’artigianato di qualità, l’alimentare, il turismo. La Fiera di Roma, proiettata soprattutto verso il bacino del Mediterraneo, è pronta anche a collaborare con le altre realtà italiane, compresa Milano.

A un patto: «Chi pensa - ammonisce Mondello riferendosi soprattutto al capoluogo lombardo - di trattare da una posizione di forza ha sbagliato». Perché «una fiera non si colloca su un mercato per dimensione ma si giudica per la qualità che offre».

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