Il NUOVO PD? ODIA I VECCHI E AMA I GIOVANI TEPPISTI

Dicono che l'impero di Berlusconi sia al tramonto. La sinistra lo sostiene da 16 anni, nel centrodestra qualcuno comincia a sperarci. Gianfranco Fini lo fa apertamente, altri lavorano sottotraccia perché non si sa mai come andrà a finire. Lui, il premier, tira diritto per la sua strada, tortuosa sì ma ancora sicura. Ieri ha trovato pure il tempo di scherzare con gli studenti di un’università privata e in serata ha partecipato al concerto di Aznavour in cima al Duomo di Milano. Incosciente? Solo un po'. Più probabilmente è tranquillo, sa che all'orizzonte non si intravede alternativa alla guida del Paese. Non è una bella cosa. Anzi. Un’opposizione inesistente in Parlamento e nelle urne è un male per la maggioranza stessa, che senza nemici in vista si avvita su beghe interne, ambizioni personali camuffate da nobili principi.
Mentre a leggere i maggiori quotidiani sembra che siamo sull'orlo del baratro (cosa falsa, la gente sta andando tranquillamente e felicemente in vacanza infischiandosene del teatrino politico-giudiziario e del destino di Fini), il leader dell'opposizione in nome della quale si arma tutto ’sto baccano era in gita turistica in America. Bersani ha elemosinato un incontro con un sottosegretario di Obama, ha mangiato qualche pizza con emigranti. Peso politico? Zero. Eco mediatico? Meno di zero. Insomma, un uomo inutile, come del resto sostiene l'ideologo-manovratore della sinistra, Carlo De Benedetti.
Il Pd di Bersani, è un fatto, non può essere una minaccia. Lo sanno anche da quelle parti, tanto che uno come Nichi Vendola, governatore della Puglia, si è sentito in diritto di autocandidarsi. Ieri ha detto: vincerò le primarie e alle urne batterò Berlusconi che essendo tra l'altro vecchio deve andare in pensione. Il ragazzo è molto eccitato. Al punto che ha indicato anche il suo programma di governo. Vuole un Paese dove gli eroi siano Borsellino e Carlo Giuliani, cioè i giudici e, sullo stesso piano, i giovani no global che vanno in giro con gli estintori a spaccare la testa ai carabinieri e ci lasciano pure le penne.
Questa è solo l'ennesima prova che Vendola è l'ultimo bluff uscito dal cilindro della sinistra italiana. Ha governato la Puglia per cinque anni senza accorgersi che i suoi assessori e funzionari rubavano di tutto e scambiavano appalti con escort. La sua giunta è stata sgominata dalle forze dell'ordine per manifesta illegalità. Poi si è ricandidato e ha vinto. E qui si è montato la testa perché si ostina a non tener conto che ce l'ha fatta solo perché il centrodestra si è presentato alle urne diviso, due liste in concorrenza tra loro. Se così non fosse stato a quest'ora sarebbe un consigliere regionale di opposizione .
Insomma, l'uomo dovrebbe essere grato a Berlusconi che non volendo imporsi sulle candidature gli ha permesso questo momento di popolarità. Effimero. Persino Di Pietro lo ha già scaricato: che pensi a governare la sua regione invece di dire scemenze, ha tagliato corto ieri l'ex pm.

Senza l'Idv, con il no global Giuliani come simbolo, e per di più con il porta iella Carlo De Benedetti come sponsor, non credo proprio che Nichi Vendola possa diventare il primo premier dichiaratamente omosessuale della Repubblica italiana. Con lui in campo, giustamente, il non più giovane Berlusconi può permettersi di tutto, anche la P3 e un giro con Aznavour nei cieli di Milano.

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