Obama: sicurezza fallimento disastroso Attaccheremo al Qaida ovunque sia

Nuove misure annunciate dal presidente Usa dopo il vertice di Washington. "L’attacco si poteva prevenire, risponderemo ad al Qaida ovunque sia". Yemen, preso un capo dell'organizzazione terroristica

Obama: sicurezza fallimento disastroso 
Attaccheremo al Qaida ovunque sia

Ha ascoltato i responsabili della Sicurezza degli Stati Uniti. C’erano proprio tutti, ieri pomeriggio alla Casa Bianca, anche il segretario di Stato Hillary Clinton e il ministro della Difesa Robert Gates, ma soprattutto il capo della Cia, Leon Panetta, quello dell’Fbi Robert Mueller, nonché i due a rischio di licenziamento, il ministro degli Interni Janet Napolitano e il superdirettore dell’Intelligence Dennis Blair. In tutto venti tra ministri, consiglieri presidenziali e direttori di agenzie statali.
Obama li ha ascoltati, pazientemente. Poi li ha redarguiti, perché dall’inchiesta sul fallito attentato del giorno di Natale è emerso che il mancato arresto del terrorista nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab è attribuibile «a un errore umano» ovvero all’incapacità di collegare i numerosi indizi a suo carico. «Il sistema di sicurezza americano ha fallito in una maniera disastrosa» ha detto Obama, «sono stati commessi errori inaccettabili», perché il sistema non è stato in grado di mettere insieme i vari elementi che indicavano il pericolo e che avrebbero messo in condizione di prevenire l’attacco. «Non è stato un fallimento nella raccolta di intelligence, ma nell’analizzare le connessioni tra queste informazioni», ha detto Obama, che ha poi aggiunto di essere comunque «soddisfatto per la revisione delle misure di sicurezza» fatta dalle agenzie statunitensi per la sicurezza». Il presidente ha parlato di una «crisi della massima gravità», ma ha ribadito che gli Usa attaccheranno Al Qaida ovunque sia radicata.
Il nome di Umar era sulla lista della Cia e il padre aveva denunciato la pericolosità del figlio proprio all’ambasciata americana. Ma queste tracce si sono perse tra i file dei sedici organismi che si occupano di terrorismo federale e il nigeriano si è imbarcato senza problemi, benché, tra l’altro, non avesse spedito alcuna valigia al check-in.
Obama è apparso serio, grintoso, determinato. Ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica, per mettere a tacere i repubblicani che lo accusano di essere troppo debole nella lotta al terrorismo e di aver sottovalutato la gravità del tentato attentato del 25 dicembre. Proprio ieri mattina Newt Gringrich, una delle voci più taglienti della destra americana, ha dichiarato che «oggi gli americani sono meno al sicuro rispetto a un anno fa». Come dire: Bush ci proteggeva meglio. Un’insinuazione che la Casa Bianca respinge con decisione.
Obama ha spiegato al pubblico i nuovi provvedimenti, che in realtà, però, in parte erano noti. Una delle novità più significative riguarda l’ampliamento dell’elenco delle persone ritenute pericolose. Fino ad oggi esistevano tre livelli: una lista grigia di 550mila persone, considerate a basso rischio, un’intermedia di individui molto sospetti, e una ristrettissima di noti estremisti. Quella intermedia è stata ampliata con ben 16mila nomi. Il «listino» è diventato un «listone»: ognuno degli iscritti sarà sottoposto a perquisizioni e a verifiche accurate quando vorrà imbarcarsi su un aereo diretto verso gli Usa.
Per il resto il presidente ha confermato l’intenzione di sostituire rapidamente i metal detector con i «body scanner», soprattutto per i voli internazionali verso gli Stati Uniti. Ha ribadito che quattordici Paesi, tra i quali anche Algeria e Nigeria, sono considerati «sponsor del terrorismo» e quindi soggetti a speciali controlli. E ha enfatizzato la propria determinazione a combattere Al Qaida.
Insomma, ha interpretato come meglio poteva il ruolo, a lui poco congeniale, del duro e autorevole Comandante in Capo. Con quali effetti è presto per dirlo.

È bastato un attentato fallito e un falso allarme all’aeroporto di Newark, per fare riemergere antiche paure. Sono passati più di otto anni dall’11 settembre, ma l’America non sembra avere superato la paura del terrorismo.
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