Ogni anno 5 milioni di chiamate al 112

Il bilancio della centrale d'urgenza che smista gli Sos. Lombardo: "La metà nulle"

Ogni anno 5 milioni di chiamate al 112
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Quale migliore occasione di una ricorrenza per festeggiare traguardi raggiunti e modelli di efficienza da esportazione? Regione Lombardia e Areu, l'Agenzia emergenza urgenza che materialmente gestisce il soccorso sul territorio e forma gli operatori - gente che lavora duro a testa bassa e di regola poco appare, tanto per intenderci - hanno scelto ieri, il «112 Day», ovvero la Giornata europea del Numero Unico di Emergenza (Nue) per mostrare pubblicamente di che stoffa sono fatti. Invitati autorità e giornalisti e messi in prima linea l'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, il direttore di Areu Massimo Lombardo e il responsabile regionale del 112 Fabrizio Canevari, insieme a molti dei loro principali collaboratori, hanno quindi organizzato una visita alla Centrale Unica di Risposta (Cur) che ha sede nella storica caserma «Annarumma» di via Cagni, tra la zona Niguarda e la Bicocca, dove gli operatori di Areu «convivono» con i poliziotti del Reparto mobile della questura, padrona di casa con il comandante Paolo Barone.

Bertolaso ha parlato ieri della Cur come di «una torre di controllo», di «una cabina di regia» che distribuisce le chiamate per dare risposte alla cittadinanza in difficoltà. «Un sistema collaudato, che stiamo esportando in tutta Italia e in tutta Europa, qualcosa che miglioreremo, che faremo crescere ma che già rappresenta da anni un indubbio punto di riferimento» ha spiegato l'assessore al Welfare.

E che dal giugno 2010 - quando la Lombardia fu tra le prime regioni del Belpaese ad avviare il progetto pilota con la Centrale sperimentale di Varese, scelta non a caso perché patria dell'inventore della protezione civile Giuseppe Zamberletti - ha ricevuto e gestito ben 56 milioni di chiamate (circa 5 milioni l'anno) smistate poi ai numeri dell'emergenza sanitaria, dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine. «Almeno la metà di queste chiamate, va detto, sono nulle» ha sottolineato Lombardo, figura di punta in questa organizzazione modello sia tra il 2010 e il 2014, quando il progetto del Nue venne finalizzato per tutta la Lombardia che dal 2014 in poi quando, basandosi proprio sul modello di Regione Lombardia, venne esteso a livello nazionale.

«Un sistema collaudato d'integrazione tra Stato e Regione» lo ha definito il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, intervenuto ieri per l'occasione; «il nostro principale datore di lavoro» ha ironizzato il vicario del questore Giovanni Cuciti; mentre il generale Pierluigi Solazzo, comandante provinciale dei carabinieri, ha ricordato la sua personale partecipazione all'organizzazione del progetto pilota quando prestava servizio all'ufficio operazioni del comando generale di Roma. «È l'esemplificazione concreta di quel che accade quando più enti si organizzano e concorrono per prestare soccorso al cittadino» ha spiegato Calogero Turturici, comandante provinciale dei vigili del fuoco.

Si è parlato a lungo anche dei pulsanti anti aggressione che la Regione ha fatto installare da oltre due anni nei pronto soccorso degli ospedali delle province di Milano, Monza e Brianza e Lecco per contrastare le reazioni di chi ha reazioni inconsulte contro il personale sanitario (solo nel 2024 i pulsanti in Lombardia sono stati attivati 424 volte).

«Servono, certo, ma il nostro scopo è di farli scomparire completamente - ha ammesso Bertolaso -.

Per farlo serve da una parte una prevenzione e una sorveglianza molto puntuali, dall'altra dobbiamo però garantire quei tempi di risposta che i cittadini si aspettano: in alcuni casi, la gente si spazientisce perché il personale del pronto soccorso, sotto stress, dà priorità ai casi più urgenti».

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