Omelie laiche

Le «omelie laiche» che ci vengono propinate ogni domenica su alcuni diffusi quotidiani nazionali sono sempre più sconcertanti. Domenica scorsa è toccato ad Ernesto Galli della Loggia, autorevole opinionista liberale, spiegarci dalle colonne del Corriere della Sera che ciò che vediamo politicamente sotto i nostri occhi altro non è che la prima Repubblica agonizzante.
Insomma una sorta di coma prolungato del sistema politico italiano iniziato nel ’92. La spiegazione di questa strana tesi starebbe nel fatto che dopo la scomparsa della Dc e del Psi nel ’92-94 anche gli eredi del Pci si mostrano oggi per quel che già erano ieri, e cioè politici impuri e sostanzialmente corrotti. Galli della Loggia sa molto bene che tangentopoli fu cosa profondamente diversa da ciò che si vuol far credere, ma tace sulle vere ragioni di quella offensiva autoritaria. Come gran parte del pensiero liberale nostrano, Galli della Loggia ritiene inoltre che già 15 anni fa si erano esaurite le culture politiche che avevano fatto la Repubblica e il sistema democratico italiani.
Le stesse culture che oggi non sarebbero in grado di organizzare un «sistema democratico-capitalistico maturo ma leggero». Cosa sia questa nuova araba fenice probabilmente Galli della Loggia ce lo spiegherà la prossima volta. Per il momento tentiamo di capire perché le vecchie culture politiche avrebbero esaurito il proprio compito solo in Italia. In Germania, Austria, Belgio, Olanda, Spagna i popolari europei o democratici cristiani sono partiti di massa e governano da tempo larga parte di quei Paesi così come i socialisti spagnoli, tedeschi, scandinavi e dell’intero nord Europa. Nella stessa Inghilterra Tony Blair non ha mai smesso di chiamare se stesso e il proprio partito laburisti. E allora su cosa poggia l’analisi di Galli della Loggia che ritiene, invece, esaurite quelle culture che rappresentano oltre il 60% del Parlamento europeo? Mistero.
Ma andiamo avanti. Ricordiamo male o il nuovo e moderno pensiero liberale che officia le omelie domenicali dalle colonne dei due più diffusi quotidiani del Paese in tutti questi anni è stato prima la levatrice e poi la balia di questo sistema che oggi viene identificato come ciò che resta della prima Repubblica e cioè un malato terminale? Un anno fa, rompendo una tradizione antica, il Corriere della Sera con un editoriale del suo ottimo direttore si schierò apertamente col centrosinistra mentre i suoi opinionisti si guardavano bene dall’indicare in quei partiti e in particolare nei Democratici di sinistra le vestigia consumate e corrotte dell’odiata prima Repubblica. Hanno sbagliato, dunque, per 15 anni le loro analisi «baliatiche» di questo sistema o sbagliano adesso? O in tutt’e due i casi? O forse ciò che li guida è da un lato la frustrazione di un’area laico-liberale che da oltre un secolo non riesce più a essere un partito di massa e dall’altro un sistema di potere fatto da un perverso corto circuito finanza-informazione?
Certo, colpisce la fantasia generando malizia, vedere come tanti autorevoli esponenti della cultura economica liberale siano consulenti di banche d’affari e nel contempo accaniti sostenitori di una separatezza tra un’economia di mercato virtuosa e trasparente e una politica sconsideratamente invasiva. La politica di oggi, non c’è dubbio, ce la mette tutta per essere attaccata e vilipesa per la sua rissosità e la sua inadeguatezza, ma la ragione di tutto ciò sta proprio nel contrario di quel che sostiene Galli della Loggia. L’aver messo in soffitta quelle culture che governano ancora oggi l’intera Europa ha fatto dell’Italia una navicella al vento priva di bussola in mare sempre più agitato, mentre altrove quelle stesse culture sono generatrici di una grande stabilità politica.


Può darsi che sbagliamo, naturalmente, ma ci conforta che mai come in questi ultimi 15 anni il mercato, sempre più libero e più autoreferenziale, è stato scosso da scandali e da lotte di potere senza quartiere tra quanti ritengono di governare politicamente il Paese con il denaro ma nell’ombra, senza mai lasciarsi votare. Se questo è il sistema democratico-capitalistico maturo e leggero di cui parla Galli della Loggia siamo davvero molto lontani da una sana democrazia e dallo stesso pensiero liberale.
Geronimo

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