Operazione piazza pulita in Provincia Cento "Penati boys" verso le dimissioni

Podestà vuole un passo indietro dagli uomini che il Pd ha piazzato in enti, partecipate e cda. Avviso di sfratto per decine di nominati. L’ex presidente deve lasciare la poltrona alla Scala

Operazione piazza pulita in Provincia 
Cento "Penati boys" verso le dimissioni

Si va dalla Serravalle ad Asam passando attraverso l’ente morale Giacomo Feltrinelli, BreBeMi e Sea. Autostrade, aeroporti, consorzi e, ancora, fondazioni, istituzioni culturali ed enti morali. Mappa delle partecipazioni della Provincia di Milano. Qualcosa come un centinaio e passa di rappresentanti di Palazzo Isimbardi spalmati tra consigli d’amministrazione, collegi sindacali, consigli generali e altri organi direttivi. Nomine con un comune denominatore: la quasi totalità delle nomine è di competenza del Presidente della Provincia, soprattutto per quelle in materia societaria.
Cinque anni fa, Filippo Penati, non perse tempo: in quattro e quattr’otto, senza troppi giri di parole, sbrigò la pratica «spoils system» fin dal primo minuto. Obiettivo dell’ex inquilino di Palazzo Isimbardi era quello di far mettere le radici all’allora Quercia diessina. Con i suoi uffici, Penati, diede corpo e sostanza alle falangi del presidente: infatti, i suoi «boys» si occuparono non solo di nomine societarie ma anche di riorganizzazione delle Spa attraverso spostamenti negli organigrammi aziendali e aumento dei consulenti. Nulla di illegale, sia chiaro, tutto secondo legge e con tanto di pareri di regolarità sia contabile sia di copertura finanziaria.
Ma Guido Podestà, neopresidente della Provincia, come si muoverà? Interrogativo che si pongono tutti quelli che erano al servizio di Penati. Guido da politico fine, con alle spalle un passato di manager di alto livello, lancia un messaggio chiaro: «Credo debba esserci un rapporto fiduciario alla base della delega di rappresentanza, tra chi viene nominato e l’amministrazione in carica». Altrimenti detto: «Chi ha avuto la delega da Penati dovrebbe dare le dimissioni». Insomma, questione di stile e di buon gusto che il presidente Podestà applica e, quindi, legittimamente reclama, «poi valuteremo se riconfermare o meno la delega, ma mi aspetto questo atteggiamento». Finora però l’unico a rimettere il mandato con una telefonata è stato Enrico Corali, cda Soge in quota alla Provincia. Silenzio di tomba invece dagli altri componenti dei consigli d’amministrazione e collegi sindacali e non, i nomi? Antonio Franchitti (Asnm), Franco Maggi (Associazione Tobagi per il giornalismo), Roberto Biorcio (Cisem), Paolo Manzato e Roberto Scanagatti (Asam), Tiziano Butturini (Tasm), Bruna Brembilla (Navigli), Fabio Terragni (Pedemontana) Giordano Vimercati (Fondazione Banco del Monte), Roberto Camagni (Fondazione Cariplo).

Elenchino fitto fitto di penatiani doc che fotografa la Provincia e le sue casseforti, ma anche caselle ad alta visibilità come quella della Provincia nel cda della Scala. Dove, sorpresa, siede l’ex presidente Penati che, senza forse, perderà pure questa poltrona.

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