«Opere pubbliche fai da te»

(...) quei servizi promessi tante volte in campagna elettorale - dice il presidente Felice Ravalli - ora desideriamo promuovere noi, con la forza del volontariato, la riqualificazione». Mentre uno strano silenzio avvolge da qualche mese l'intera vicenda, il Comitato riaccende quindi i riflettori e mostra il risentimento che da via Napoli si è espanso per tutta la collina: a non essere stato digerito dagli abitanti è soprattutto il fatto che Marta Vincenzi, dopo aver rifiutato qualsiasi incontro con i «No moschea», si sia messa al tavolo più volte con chi è favorevole, spingendosi a Oregina a visitare di nascosto, in un'anonima domenica d'estate, il fronte del Sì (e ieri era a visitare la scuola Mazza di via Napoli dove c’è integrazione tra bimbi di varie etnie). È stato accolto quindi come una beffa l'esiguo piano di opere pubbliche predisposto dall'amministrazione e che non ha convinto il Municipio: «Vogliono allargare la strada, ma il progetto è già stato giudicato insufficiente da Amt - accusa Milena Pizzolo, assessore al Territorio del Centro Est, impegnato al fianco del Comitato -; inoltre, senza consultarci, hanno stanziato 150mila euro per quella bocciofila sulla quale, per ritardi e lungaggini, hanno già perso in passato 50mila euro di finanziamento Carige». La brutta sensazione che si ha al Lagaccio è che il sindaco stia cercando di frenare la protesta, provando a muoversi senza clamore e mettendo qua e là qualche «tapullo», mentre tra i cittadini sta montando un risentimento potenzialmente esplosivo.

«Non sappiamo fino a che punto riusciremo a contenere i malumori, soprattutto dato che siamo stati, per la nostra lotta contro la moschea, oggetto di molte intimidazioni» avverte il Comitato. Il caldo autunno del Lagaccio è quasi cominciato.

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