Ci mancava anche questa: prima la «bomba dacqua», ora la «bomba del censimento» che, abbattendosi a scoppio ritardato sulle popolazioni colpite dallalluvione in Liguria e Toscana potrebbe saldare indissolubilmente al danno la più atroce delle beffe. Insomma: se i residenti, che so?, a Brugnato o Borghetto Vara, Monterosso o Vernazza, non consegnano in tempo al comune o alla posta i papiri del censimento, ovvero non si sbrigano a segnalare i propri dati via internet- a meno che non labbiano fatto mentre lacqua e il fango irrompevano in casa... - , corrono il rischio di venire multati. Pesantemente. Al diavolo lironia fuori luogo! La notizia è questa, comè uscita dallincontro di ieri al Ducale fra il presidente dellIstat Enrico Giovannini, di passaggio a Genova, e il sindaco Marta Vincenzi. La quale ha avanzato la proposta di spostamento dei termini - ne siamo convinti anche noi che pure non soffriamo di «vincenzite acuta» - convinta che il buon senso suggerisse una risposta rassicurante e immediata. Illusa! La sorpresa arriva da Giovannini: non è affatto sicuro, ma solo «probabile - ammette il presidente dellistituto nazionale di statistica - che lIstat posticipi i tempi di consegna nelle zone colpite dallalluvione».
Allora Marta insiste: «Bisognerebbe evitare che i piccoli comuni e i cittadini colpiti dalla tragedia debbano pagare la multa per non aver restituito il questionario. La priorità è aiutare, intervenire subito», non certo sapere dove si trovavano e cosa facevano i lunigianesi il 9 ottobre scorso. Ancora una volta, perché si capisca: «Ora è solo il momento dintervenire - conclude il sindaco - poi si potranno fare discorsi sulla prevenzione, sugli interventi sul territorio, discorsi che senza dubbio vanno fatti, ma adesso cè solo da aiutare». Intanto, però, cancelliamo lipotesi perversa e assurda della multa per i ritardatari.
Il presidente dellIstat, sorriso a trentadue denti, ammicca, abbozza, scrolla la testa in verticale e in orizzontale, ma col cavolo che rassicura formalmente, pur avendone tutti i poteri istituzionali. E se non ce li ha lui, chi altro? Meglio, molto meglio, a questo punto, «sterzare» per togliersi dallimbarazzo, parlando dei dati statistici fin qui raccolti (notiziona): in particolare, «a Genova sono 12 le persone che costituiscono lUfficio comunale del censimento, 3610 le sezioni censuarie, 319.802 le famiglie/convivenze da censire, 35.
Ci consenta Pier Luigi Bersani, cui rubiamo la battuta: «Ma di che cosa stiamo parlando?».
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