"Ora la nautica può ripartire"

Luigi Grillo, presidente della VIII Commissione del Senato, anticipa al Giornale i temi della conferenza stampa in programma lunedì alle 15 nella sede di Ucina-Confindustria Nautica (Fiera di Genova)

"Ora la nautica può ripartire"

«Il pacchetto di norme a favore della nautica coglie le esigenze di un settore che da anni è motivo di grande orgoglio per il nostro Paese. Una vera eccellenza».
È il primo commento di Luigi Grillo, presidente della VIII Commissione del Senato, che anticipa al Giornale i temi della conferenza stampa in programma lunedì alle 15 nella sede di Ucina-Confindustria Nautica (Fiera di Genova). Padrone di casa il presidente Anton Francesco Albertoni. Che, accanto al senatore Grillo, spiegherà ai giornalisti i dettagli dei provvedimenti per il settore nautico. Grillo è uno dei pochi parlamentari che da tempo si battono per una decisa svolta politico-amministrativa in grado di rilanciare il comparto e la lunga filiera dell'indotto.
Senatore, Albertoni ha perso la voce ma gli è passato il mal di testa...
«Albertoni è un grande presidente, tenace, intelligente. E soprattutto coerente».
C'è già chi strilla: ambientalisti, Pd e Idv dicono che avete fatto «regali a mafiosi, abusivi e speculatori».
«Davvero non capisco. Si sta consolidando la prassi secondo la quale una cosa che fa una parte politica viene giudicata dall'altra in modo negativo a prescindere. In tanti anni di Parlamento non ho mai visto simili spettacoli. Ne va di mezzo la democrazia».
La Procura di Roma - su denuncia dei Verdi - ha avviato un'inchiesta sulle concessioni del litorale romano. Record olimpico...
«Se è così è davvero stupefacente. Trattandosi di un decreto complesso, a Palazzo Chigi si sta facendo un lavoro di messa a punto. Bisogna aspettare che il testo definitivo esca almeno in Gazzetta Ufficiale».
Questo decreto completa un iter iniziato nel 2001...
«La nautica nel nostro Paese e un'eccellenza, siamo i primi al mondo nella produzione dei superyacht. Nel 2001 ci ponemmo il problema di come rilanciare il settore. E facemmo già allora buone cose: leasing, la legge della riforma della nautica e, primo Paese in Europa, il Codice della Nautica. Fino ad allora chi aveva una barca di 8 metri era considerato un ricco. Ci fu una storica inversione di tendenza. Ma nel 2007 arrivò la crisi finanziaria che diventò ben presto crisi economica. La nautica ne risentì più di altri settori».
A fine 2009 Ucina presentò il piano per la nautica...
«Direi con grande lungimiranza. Da allora abbiamo cercato di tradurre in norme quei suggerimenti. Poi nel 2010 abbiamo messo mano alla semplificazione, che oggi ha dato risultati eccellenti».
Che cosa cambia di fatto?
«Alcune norme contenute nel decreto hanno grande rilevanza economica, altre sono semplificazioni, velocizzazioni altrettanto importanti. La stagione può iniziare sotto buoni auspici. Ne riparleremo più dettagliatamente in occasione del Satec di fine maggio, quando questo decreto, spero, sarà già convertito in legge. Chi ci accusa di aver fatto regali a mafiosi e speculatori dovrebbe prima capire che cosa accade in Spagna e in Francia. Il turismo nautico porta ricchezza e non va messo in discussione. C'è un retaggio culturale superato dai tempi, i nostalgici sono irriducibili...».
Adesso, però, tocca agli imprenditori...
«La ringrazio della domanda. Sono il relatore della legge sulla nautica, ma anche il promotore delle normative sul project financing. L'ho proposto nel 2002, è stato corretto nel 2008 e giovedì scorso, su mia proposta, è stato inserito nel decreto il "project financing di terza generazione". Mi spiego: il privato può proporre alla Pubblica amministrazione un progetto per realizzare una struttura. Se gli Enti lo giudicano di interesse generale, scatta una certa procedura di fattibilità immediata. I privati, in sostanza, hanno una risposta precisa entro 90 giorni. Abbiamo varato un decreto che favorisce l'iniziativa privata, anzi, la esalta».
Navi, noleggio, charter...


«Qui c'è una riflessione a parte: finalmente abbiamo fatto chiarezza. Vengano pure i grandi yacht nei porti italiani, non saranno più trattati come le petroliere. Non andiamo incontro ai ricchi, ma facciamo in modo che i ricchi lascino ricchezza sulle nostre coste».

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