Mentre i nordcoreani morivano di fame, il "caro leader" Kim Jong-Il amava indossare l’abito in stile Mao Tse-tung del valore di almeno 1.200 dollari. Un altro regime, quello cubano, ne piange la morte che sabato ha colto il figlio minore Kim Jong Un. All'Avana sono stati decretati tre giorni di lutto per rendere omaggio a quella "dinastia comunista" che ha messo in ginocchio la Corea del Nord rendendola uno dei Paesi più poveri e più chiusi del mondo. Anche in Italia è rimasto qualcuno che rimpiange la dittatura stalinista. Il comunista Marco Rizzo, per esempio, si è subito affrettato a esprimere il proprio dolore e presentare le condoglianze al popolo nordcoreano per la morte di Kim Jong-il, "guida della causa rivoluzionaria dell’ideologia Juche e del partito, dell’esercito e del popolo della repubblica democratica popolare di Corea".
Appunto, democratica. Un aggettivo che, probabilmente, i nordcoreani non hanno mai sapusato cosa significasse. Come tanto meno il termine "repubblica". Lo spietato e accorto dittatore era, infatti venerato come un semidio che conduceva una vita all’insegna del lusso malgrado il popolo fosse ridotto alla fame. Rizzo (forse) non ha memoria delle carestie della fine degli anni Novanta che sono costate la vita a milioni di persone, mentre i piani militari andavano avanti a pieno ritmo. "Se non c'è confronto, non c'è alcun significato nelle armi", diceva Kim Jong-il. Rizzo (forse) non ha memoria dei test atomici, delle sanzioni da parte dell'Onu, dei missili a gittata intercontinentale. Tutto a beneficio del popolo? Tutto per esportare la "repubblica popolare democratica". Non a caso l'ex presidente americano George W. Bush lo aveva inserito in quell'asse del male insieme ad altri capi di Stato del calibro dell'iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Rizzo rimpiange la causa rivoluzionaria. Lo fa con un post denso di retorica staliniana sul sito del partito. Già, la causa rivoluzionaria. Pare, però, che nei 17 anni di potere Kim Jong-il abbia spostato il baricentro del potere dal Partito dei lavoratori all'esercito facendolo diventare la vera spina dorsale dello Stato. Una vera e propria militarizzazione tesa a soffocare ogni ipotesi di "controrivoluzione", possibile e per molti osservatori probabile, viste le disastrose condizioni economiche in cui versa il Paese. Tra il 1995 e il 1998 sono morti per fame almeno mezzo milione di cittadini. Oggi la Corea del Nord è un paese il cui popolo sempre sull’orlo della morte per inedia, dipendente fortemente dagli aiuti alimentari internazionali.
Il dittatore commemorato da Rizzo e compagni è stato accusato di essere dietro l’abbattimento nel 1983 a Rangoon di un aereo su cui viaggiavano membri del governo di Seoul, di aver fatto abbattere nel 1987 un aereo della Korea Airlines, con 117 morti. E ancora: Jong-Il è considerato l’ispiratore di un numero ancora non precisato di rapimenti di cittadini giapponesi e sudcoreani, tra cui è famoso il caso di un regista e di un’attrice catturati e tenuti in Nord Corea per una decina anni. A questo leader democratico Rizzo e compagni guardano con nostalgia.
Per lui chinano il capo e alzano al cielo il pugno chiuso. Tutto il resto - il dolore delle democrazia violata, il silenzio delle persone divorate dalla fame e i soprusi dell'ideologia comunista - è solo propaganda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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