«Due anni di nulla, adesso è il momento di ridare la parola agli elettori». È sempre più in crisi la maggioranza di centrosinistra alla guida della Provincia di Viterbo dal maggio 2005. Secondo rimpasto in poco più di un anno. Benservito allassessore al Bilancio, Rifondazione praticamente fuori dalla maggioranza, i Ds che perdono pezzi. E il consigliere provinciale di Forza Italia Francesco Battistoni, presidente mancato per un pugno di voti nel 2005, indica la strada. «Per il bene di questa istituzione occorre tornare alle urne. Questa giunta non è più in grado di funzionare».
Partiamo dalla fine, consigliere. Sabato scorso il presidente Mazzoli ha revocato lassessorato al Bilancio a Ugo Gigli. Ennesima riprova di una maggioranza allo sbando.
«Sicuramente è stato il momento più buio di questa giunta. Gigli è stato utilizzato, sfruttato e poi cacciato con ignominia. Addirittura non hanno avuto il coraggio di dirgli in faccia della revoca, ma gli hanno spedito il decreto direttamente a casa. In più nella conferenza stampa Mazzoli ha detto addirittura che Gigli era una sorta di palla al piede per la giunta».
Sembra quasi provi simpatia per Gigli ma è proprio per colpa sua se il centrodestra ha perso le elezioni nel 2005.
«Al primo turno in effetti abbiamo mancato il 50% per 180 voti mentre la lista Per la Tuscia di Gigli ne ha presi 6.000. Il modo in cui è stato trattato però è bruttissimo, da non augurare neanche al peggior nemico. Però forse questo servirà da lezione a chi pensa di fare affari con il centrosinistra».
Gigli a parte, Mazzoli ha ancora una maggioranza in Consiglio?
«Apparentemente no. Lunedì Rifondazione ha abbandonato il consiglio per avere più voce nel rimpasto attuale e mercoledì la maggioranza ha fatto mancare il numero legale in aula. Inoltre il diessino Antonio Zezza ha dichiarato di sentirsi svincolato dal gruppo di appartenenza rinunciando anche alla delega ai rapporti con la sanità. A conti fatti dai 15 consiglieri bisognerebbe togliere i 3 del Prc e quello dei Ds. Ne rimarrebbero 11 contro i 13 necessari».
Il ritorno alle urne come passaggio inevitabile?
«Speriamo. Ma sono convinto che il centrosinistra farà di tutto per evitarlo. Questa maggioranza si è caratterizzata solo per la gestione delle poltrone, come si è visto dai due rimpasti di questi due anni. Si sono uniti nel 2005 per vincere le elezioni senza avere un programma condiviso e i risultati si sono visti.
Anche perché la situazione di immobilismo a palazzo Gentili rimane...
«Sono bloccati dai veti incrociati mentre le emergenze, come quella gravissima dei rifiuti, restano».
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