Otto milioni di richieste Vendita biglietti in tilt

Un crash devastante, sistema in avaria dopo poche ore, chiusa la vendita on line, se per caso vi ha preso la fregola di approfittare delle Olimpiadi per visitare Pechino, toglietevelo dalla testa. Dopo la vendita al pubblico locale di 1.590.000 biglietti bruciati in poche ore, ieri si è aperta la seconda fase con 1.850.000 biglietti disponibili on line, quindi non solo per i cinesi. Bene, a otto ore dall’apertura ufficiale delle vendite sul web, il sito era già in ebollizione, lento e macchinoso, l’esatto opposto dell’efficiente e caleidoscopica natura di Internet. Dopo poche ore un messaggio avvertiva tutti i naviganti che qualche problema c’era e non era da poco: «Coloro che vogliono acquistare un biglietto tramite il sito web dedicato, o una delle filiali della Bank of China, o il call center, devono riprovare in seguito». Per chi non mastica, il messaggio in pratica chiedeva in modo garbato di sgombrare il campo, liberare le linee, andare a farsi un giro e riprovare eventualmente più tardi.
Del resto qualcosa si sarebbe potuto intuire già questa primavera dopo la prima sessione di vendita con un numero di richieste nettamente superiore all’offerta tanto che si era dovuti ricorrere all’estrazione per decidere i proprietari dei biglietti. È stata completamente venduta la quota cinese dei tagliandi per la cerimonia d’apertura dell’8 agosto e quasi la metà di quella per gli incontri di calcio, basket, ginnastica e tuffi. Eppure c’è chi ha insinuato il dubbio: questa chiusura del sito per l’acquisto on line è un bieco tentativo di mascherare un flop di vendite? In realtà il Comitato organizzatore non ha preso in considerazione la potenza della comunicazione senza fili. Il computer centrale incaricato di eseguire le transazioni è lentamente crollato su se stesso, una vita di attesa per trovare un collegamento, un’altra per scoprire l’annuncio e un’ultima per uscire da quel delirio.
Secondo gli organizzatori il sito che avrebbe dovuto consentire l’acquisto on line ha ricevuto 8 milioni di contatti nella prima ora mentre lunghe code si raccoglievano davanti alle filiali della Bank of China. Poco dopo il sito ufficiale di Pechino 2008 ha dovuto rendere noto il caos che si stava diffondendo ovunque ci fosse la possibilità di procurarsi un biglietto per i Giochi: «A causa dell’enorme numero di richieste, il sistema ha rallentato e la gente non riesce più a collegarsi. Stiamo facendo del nostro meglio e chiediamo agli utenti di aver pazienza e riprovare più tardi. Chiediamo scusa, il centro che si occupa della vendita dei biglietti ha sottovalutato la domanda e il sistema di vendita poi è relativamente lento». Le centraliniste al call center nei primi sessanta minuti hanno dovuto rispondere a 2milioni di chiamate. Il Bocog ha precisato che il sito web dove si potevano acquistare i tagliandi nelle prime due ore ha ricevuto 200mila richieste e staccato 9mila biglietti. E infine ha chiesto una cortesia a tutti coloro che vogliono entrare in possesso di un tagliando: «Richiamate lunedì, dobbiamo migliorare il sistema».

Ma la febbre è a livelli di allarme perchè questa seconda tornata di vendita non avrà la coda terribile dell’estrazione ma quella ancor più stressante della tempistica: i quasi due milioni di biglietti andranno ai primi due milioni che riusciranno a collegarsi. Qualcosa che va oltre la sfida olimpica.
Vi resta Pechino.

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