Mammografia dopo i 60 anni: di cosa si tratta e ogni quanto farla

Lo screening per il cancro del seno è previsto per le donne tra i 50 e i 69 anni. In molte regioni italiane si sta sperimentando l’efficacia anche oltre i 70 anni

 Mammografia dopo i 60 anni: di cosa si tratta e ogni quanto farla
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Il tumore al seno è la forma di cancro femminile più frequente. Ogni anno in Italia colpisce circa 55mila donne: l’80% ha più di 50 anni. Se la diagnosi è precoce, le possibilità di guarire sfiorano il 90%. In Italia il programma di screening oncologico per il tumore della mammella rientra nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Ogni due anni le donne tra i 50 e i 69 anni sono invitate – tramite lettera – dalla Asl a effettuare gratuitamente la mammografia. Diverse regioni si sono già attivate per continuare con i controlli anche oltre i 70 anni, quando è importante non abbassare la guardia.

Cos’è la mammografia

La mammografia è una radiografia dei tessuti interni della mammella in grado di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. All'interno dei programmi di screening, si effettuano due proiezioni radiografiche, una dall'alto e l'altra lateralmente. I risultati vengono valutati separatamente da due radiologi per aumentare l'affidabilità della diagnosi. La cadenza e l'età sono stabiliti affichè i vantaggi associati all'eventuale diagnosi precoce siano superiori ai possibili rischi legati alla piccola quantità di raggi X a cui espone l'esame.

Come e quando sottoporsi allo screening

Secondo le indicazioni del ministero della Salute italiano, lo screening per il cancro del seno è previsto per le donne tra i 50 e i 69 anni, tramite una mammografia gratuita ogni due anni. Infatti, è in questa fascia d'età che si concentra la maggior parte dei tumori del seno. Secondo gli esperti dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), la partecipazione allo screening in questa fase può ridurre del 40% la mortalità. In molte regioni italiane si sta sperimentando l’efficacia di programmi di screening fino ai 74 anni, con cadenza ogni due anni. Infatti, l'allungamento della durata media della vita e il protrarsi di un buono stato di salute anche in età più avanzata fanno ritenere vantaggioso lo screening anche oltre i 69 anni. Alle donne con una mammella molto densa, che quindi rende meno leggibile l'esame, il medico può prescrivere l’esame mammografico fuori dalla fascia indicata o con cadenza annuale. Tuttavia, in assenza di sintomi clinici – come ad esempio un nodulo palpabile o una secrezione ematica – l’intervallo tra un esame mammografico e il successivo non dovrebbe essere mai inferiore ai dodici mesi.

Il rischio di sovra-diagnosi

Per le donne ad alto rischio di sviluppare un tumore del seno – per familiarità o caratteristiche del seno che secondo gli studi ne aumentano il rischio – si utilizza anche la risonanza magnetica mammaria. Gli esperti del National Cancer Institute statunitense ricordano che, rispetto alla mammografia, la risonanza magnetica mammaria aumenta la probabilità di identificare masse che non sono però di tipo tumorale. Nelle donne con un seno particolarmente denso che si sottopongono a ulteriori esami di screening (per esempio alla risonanza magnetica mammaria) si registrano tassi più elevati di nuove diagnosi di tumore.

In generale, spiega Airc, non sempre la diagnosi precoce è un vantaggio. Nel caso del tumore al seno identificato tramite mammografia, alcuni studi segnalano il rischio di sovra-diagnosi, con gli effetti indesiderati del trattamento di tumori poco aggressivi che non avrebbero influito sulla qualità o l’aspettativa di vita.

Il problema è che a parità di diagnosi è molto difficile oggi sapere a priori quali tumori si comporteranno in modo più o meno aggressivo. Per questo è importante attenersi ai programmi di screening e alle raccomandazioni del medico.

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