Mafia, a processo ex deputato Pd Ruggirello: e lui piange in aula

L'ex deputato Paolo Ruggirello è stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa. Avrebbe promesso 50 mila euro ai capi della famiglia mafiosa di Trapani, in cambio di voti

Mafia, a processo ex deputato Pd Ruggirello: e lui piange in aula

Ha pianto in aula l'ex deputato del Pd Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa e rinviato a giudizio insieme ad altre otto persone. Ha pianto durante l'arringa dei suoi legali.

Il gup di Palermo, Filippo Serio ha rinviato a giudizio altre otto persone coinvolte nel blitz Scrigno, eseguito il 5 marzo dello scorso anno su richiesta della Dda di Palermo. Si tratta di Nino Buzzitta, decano della famiglia trapanese, Vito D'Angelo, presunto boss della cellula di Favignana, Giuseppa Grignani, Vito Gucciardi, Vito Mannina, ex consigliere comunale di Trapani, Luigi e Alessandro Manuguerra, padre e figlio, e Michele Pollara.

Il processo inizierà il prossimo 8 aprile dinanzi al tribunale di Trapani. É stata invece stralciata la posizione di Ciccio Todaro, fedelissimo di Ruggirello, accusato di favoreggiamento che verrà processato con il rito abbreviato. Durante l'arringa difensiva, i legali del politico hanno chiesto che venisse disposta una sentenza di non luogo a procedere, oltre che la revoca della misura cautelare in carcere, da proseguire ai domiciliari. Richiesta per la quale la Dda (con il pm Gianluca De Leo, oggi in aula) si è riservata di esprimere un parere. Durante le indagini gli inquirenti hanno ricostruito la figura di Ruggirello in relazione alle famiglie mafiose trapanesi, soprattutto in occasione delle elezioni regionali del 2017, durante le quali avrebbe promesso 50 mila euro ai capi della famiglia mafiosa di Trapani.

Accolta dunque, la richiesta avanzata, nei mesi scorsi, dai pm della Dda di Palermo (il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Claudio Camilleri), per gli indagati coinvolti nell'inchiesta che ha fatto luce sulle attività delle famiglie mafiose di Trapani, Paceco e Marsala attive nella raccolta e compravendita di preferenze a ridosso delle elezioni, oltre alle tradizionali attività criminali come episodi di estorsione, danneggiamento con incendio tutte aggravate dal metodo mafioso.

Oltre al politico nel blitz di marzo 2019 vennero arrestati anche il presunto capomafia Franco Orlando e i fratelli Francesco e Pietro Virga (figli del boss Vincenzo Virga, arrestato da latitante nel 2001). Tutti e tre verranno processati con il rito abbreviato.

Assieme a loro verranno giudicate in abbreviato altre sette persone: il presunto boss di Paceco, Carmelo Salerno e il suo braccio destro Francesco Peralta, l'ex assessore comunale di Trapani, Ivana Inferrera e il marito Ninni D'Aguanno, Michele Alcamo, Tommasa Di genova e Mario Letizia. Per loro il procedimento proseguirà il prossimo 17 febbraio davanti al gup di Palermo. Nella stessa udienza verranno ratificati i patteggiamenti di Filippo Tosto, Maria Stella Cardella e Leonardo Russo.

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