Pamplona, dopo il dramma una corsa senza incornati

Nel quinto encierro di San Firmino i tori corrono senza incornare: soliti momenti di tensione e di nuovo un toro perde l'orientamento nella curva della tragedia. Stavolta solo alcuni contusi «Matato» ieri sera nell'arena il toro Capuchino, che nella mattinata aveva ucciso un ragazzo

«QUIETE» DOPO LA TEMPESTA. Il giorno dopo il 16° morto nella storia secolare delle corse dei tori dedicate a San Firmino, a Pamplona si respira una leggera nebbia fredda nel sole del sabato mattina. La tragedia di ieri, con la morte del 27enne madrileno Daniel Jimeno Romero, ha impregnato tutti i partecipanti alla fiesta e - nonostante il sabato sia tradizionalmente il giorno dell'encierro più affollato - al via della corsa non c'è la consueta ressa. Forse per questo, forse perché dopo il dramma non doveva e non poteva succedere ancora, il quinto encierro è stato «limpio», cioè pulito e relativamente meno pericoloso.
IL LUTTO PRIMA DI TUTTO. La notte è trascorsa tra botellones e la musica del riau riau, come è giusto che sia. Ma tutti hanno parlato di Daniel. Non uno dei tanti novellini incoscienti che corrono ubriachi, ma un appassionato. Suo nonno e suo padre - originari di Pamplona - erano stati corredores e anche lui, che nella sua camera aveva pareti foderate di fotografie di encierros, aveva anni di esperienza alle spalle. Era in Navarra con la famiglia e la fidanzata per ricordare il nonno scomparso ed era andato a letto presto per correre. Con indosso la maglia portafortuna, sapeva dove posizionarsi e come evitare il pericolo. Ma come si dice qui, quando il pericolo pesa mezza tonnellata e ha corna di 40 cm, nulla può essere previsto. E nessuno prevedeva che il toro Capuchino colpisse Daniel al collo, non lasciandogli scampo. Di questo si è parlato stamattina, mentre il popolo di aficionados ricopriva la staccionata dove Daniel era morto 24 ore prima con fazzoletti rossi e fiori. Poi, è stato il minuto di silenzio. E dalla nebbiolina e dalla commozione, alle otto, sono usciti i sei tori dell'allevamento Dolores Aguirre.
IL SOLITO BRIVIDO. Encierro subito particolare, con la mandria stranamente squilibrata sul lato destro della Cuesta di Santo Domingo, a sfiorare i veterani che attendono qui di farsi superare. La corsa è però pulita fino alla curva dell'Ayuntamiento, dove un toro nero colpisce due corridori, senza fortunatamente ferirli. La mandria procede compatta e nel tratto di Mercaderes un ragazzo con una maglia bianco-blu ha la sfortuna di cadere proprio davanti al branco, che lo calpesta. È qui che si distanzia Caracorto, un toro da 590 kg che - come Capuchino il giorno prima - porterà a termine l'encierro praticamente in solitario. Tutto regolare nella curva tra Mercaderes e calle Estafeta, dove è il replay a mostrare due dettagli curiosi: prima un toro sbatte contro il lato esterno e infila tutto il corno sinistro nella fessura creata da un fotografo per scattare durante la corsa; poi, lo stesso animale, passa rasente la parete e un ragazzo che aveva cercato rifugio in una rientranza vede il corno sfiorargli l'addome, che si ritrae dalla ferita come ad una prova-costume. Singolare anche quanto avviene nel lungo rettilineo dell'Estafeta, dove le telecamere sorprendono due corridori che si spingono e si colpiscono per contendersi la posizione. Non quella più sicura, come ragione suggerirebbe, ma il posto di corsa davanti alle corna di un toro nero. Così si arriva al Callejon, l'entrata dell'arena, e un ragazzo cade all'entrata del tunnel: è il passaggio più stretto e il rischio del «monton» (l'imbottigliamento) è severo. Ma il ragazzo ha il sangue freddo di non muoversi. Immobile, non si alza e si vede sfrecciare sopra decine di corridori e 5 tori. Cinque, perché - come detto - Caracorto è «rezagado», staccato. E come Capuchino perde l'orientamento nella curva Telefonica, dove comincia a seminare il panico caricando perpendicolarmente alla strada. A farne le spese un ragazzo straniero, che viene «bamboleado», cioè lanciato in aria come un pupazzo. Nonostante la carica e le potenti testate, non riporta però alcuna ferita. Ricondotto sulla via, Caracorto riprende la corsa e il quinto encierro si chiude senza drammi. Anche grazie alla severità dei pastores, gli addetti alla sicurezza che mai come oggi hanno fatto vibrare le loro verghe di frassino, frustando chiunque tentasse di dar fastidio o di toccare i tori.
IL BILANCIO SANITARIO. Dopo la mattanza di ieri, oggi i numeri sono da sospiro di sollievo. Solo 7 i ricoverati all'ospedale, nessuno dei quali per incornate. Due traumi cranici subiti nella curva Telefonica, un corridore calpestato nel tratto di Mercaderes, una distorsione e qualche ferita da caduta, ma nulla di grave.
LE STATISTICHE. La velocità dell'encierro odierno sarebbe stata media, se non fosse stato per Caracorto e la sua breve distrazione, che hanno fatto fermare invece le lancette a 2'52", di certo non tra le corse più rapide della storia. In compenso, si tratta del 132° encierro senza incornati e del 7° più veloce corso di sabato. Di sicuro l'emozione e la paura per la morte di Daniel e la conseguente scarsa affluenza rispetto ai canoni tradizionali delle corse di sabato, ha contribuito a questo dato.
IL PROGRAMMA. La corsa di domani, quella domenicale che nell'immaginario collettivo di questa festa che vive di simboli è il più nobile della Feria, avrà come protagonisti i tori di Miura, l'allevamento più presente a San Firmino. Nel pomeriggio di oggi, invece, nella Plaza de Toros si alterneranno con i tori di Dolores Aguirre i matadores Serafin Marin, David Mora e Joselillo.
LA FINE DI «CAPUCHINO». Una citazione per il toro di quasi cinque anni che ieri ha ucciso il giovane durante l'encierro, incornando altre tre persone. Capuchino è sopravvissuto solo dieci ore alla sua vittima. Sorteggiato come primo toro della sera nella corrida, è stato «matado» da El Fandi, a cui è stato concesso l'onore di tagliargli un orecchia.

Anche il responsabile dell'allevamento Jandilla che lo ha cresciuto, Angel Perez, ha parlato di Capuchino: «È sempre stato un toro problematico, non ha mai mostrato un carattere facile e limpido». Un toro aggressivo e «reservon» (chiuso, sulla difensiva), ma non un «assassino»: «Sono sciocchezze - ha spiegato Perez -: un toro è un toro e si comporta come tale. Chi corre qui sa quali sono i rischi».

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