Il Parlamento dei «fantasmi» perde tempo con Mirabilandia

Malgrado le elezioni alle porte, nell’ultimo mese presentate 262 interrogazioni ai ministri. Che non riusciranno mai a rispondere

da Roma

Ve la immaginate una congrega di fantasmi che chiede lumi e sostegno a un manipolo di zombie? Nel lento scorrere di questi morti giorni delle Camere in coma, nulla ci viene risparmiato. Sarà che bisogna pur fare qualcosa in attesa del nuovo Parlamento, sarà l’usuale pulsione a gettar fumo negli occhi degli elettori, tant’è che senatori e deputati continuano imperterriti ad esercitarsi nella nobile arte dell’interrogazione. Come se le elezioni non fossero ormai alle porte e come se il governo fosse vivo e vegeto, operoso e attento alle istanze dei rappresentanti della nazione, piovono interpellanze, interrogazioni a risposta scritta e orale, risoluzioni. Parlamento e governo stan sospesi ormai dalla fine di gennaio, nulla si può trattare in aula o in commissione se non decreti legge ed atti dovuti, ma nel solo mese di febbraio sono state presentate ben 262 interrogazioni parlamentari: 126 al Senato e 136 a Montecitorio, indirizzate un po’ a tutti i ministri. Domande “urgenti”, sollecitazioni, pressioni alle quali nessuno risponderà mai.
Perché lo fanno, allora? Perché far lavorare inutilmente impiegati e funzionari, tipografi e commessi? Ovvio che ormai i ministri-zombie hanno altro a cui pensare avendo già fatto le valigie, ed altrettanto ovvio che a maggio, quando si saranno insediati i loro successori, questo gran lavorio sarà semplice carta straccia: se un problema c’è sul serio, bisognerà presentare un nuovo documento di “sindacato ispettivo”. Ma forse gli onorevoli-fantasmi interroganti temono di non tornare, dunque non tralasciano la speranza in una miracolosa quanto impossibile risposta. O più probabilmente, han bisogno di tornare nel proprio collegio con la mazzetta stampata della loro bella e brava interrogazione parlamentare, da esibire agli amici e agli elettori: visto, che non ho mai dimenticato i problemi del nostro territorio? Come per le proposte di legge, che anch’esse continuano ad esser depositate pur sapendo che alla meglio dovranno essere ripresentate all’inaugurazione della nuova legislatura.
C’è di tutto, in queste interrogazioni che giungono fuori tempo massimo e destinate a disperdersi nel vento. Il gruppetto Turco, Mellano, Beltrandi, D’Elia e Poretti della Rosa nel pugno, poiché il 18 febbraio a Savignano Irpino «le forze dell’ordine si sono scontrate con la popolazione locale» che protestava contro la riapertura della discarica ordinata dal Commissario De Gennaro, e poiché «in conseguenza degli scontri ci sono stati dodici feriti fra manifestanti, poliziotti, un cronista e due vigili del fuoco», vogliono sapere dal ministro dell’Interno, da quello della Salute e da quello dell’Ambiente, «se siano a conoscenza dei fatti narrati» e quali «provvedimenti intendano prendere per accertare» la sproporzione del comportamento tenuto dalle forze dell’ordine. E meno male che sostengono il governo, che al Viminale c’è Giuliano Amato, e che De Gennaro è «il commissario di tutti». Speculare però, il leghista Giacomo Stucchi domanda al ministro dell’Interno e a quello della Giustizia «come intendano provvedere alla sicurezza di tutti gli amministratori della lega Nord a Grumello del Monte (Bergamo) e dei loro familiari», dal momento che l’assessore allo sport è stato aggredito dopo l’assegnazione degli spazi sportivi, arrivano telefonate anonime e proiettili in busta al sindaco, sui muri del paese compaiono «scritte ingiuriose». Addirittura una interrogazione al governo con richiesta di «risposta scritta»? Evidentemente la locale stazione dei carabinieri e la Digos di Bergamo non sanno come muoversi.
È la fiera più inutile del particulare. Il deputato rifondarolo Massimo Smeriglio denuncia al ministro della Solidarietà sociale, suo compagno di partito, che «a Roma in via dei Colli Portuensi 187, si sta consumando l’ennesimo capitolo dell’emergenza abitativa». I senatori rifondaroli Albonetti e Mercatali se la prendono con la realizzazione di Mirabilandia che «ha ulteriormente aggravato» la «pericolosità della strada statale 16 Adriatica». Il senatore leghista Massimo Polledri denuncia al ministro dell’Ambiente che il Rio Fergia, «corso d’acqua in località Boschetto», rischia l’esaurimento «a causa degli ingenti prelievi di acqua minerale» di una multinazionale non meglio precisata. La deputata del Pd Alba Sasso s’appella al ministro per i Beni e le Attività culturali affinchè intervenga sulla sua Direzione generale per gli Archivi di Stato che «starebbe valutando di sopprimere la sede dirigenziale dell’Archivio di Stato di Foggia» e dunque anche la sezione di Lucera, eppure furono istituiti «l’Archivio di Foggia nel 1820, la Sezione di Lucera nel 1825». Il forzista Giorgio Jannone denuncia al ministro dell’Ambiente che per sua colpa «in un anno e mezzo il governo Prodi non è riuscito ad attivare le discariche in Campania, ma ha stanziato 721 mila euro per la bonifica di una discarica in Kenya, a Nairobi».


C’è il campionato, in questa effimera corsa. Delle 136 interrogazioni presentate in febbraio alla Camera, 24 portano la firma di Jannone, 11 di Maurizio Turco. Al Senato si distingue Amedeo Ciccanti, Udc, con 8 su 126. Interrogate, interrogate: qualcosa resterà.

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