"Nel Pd mutazione genetica". Ancora una defezione: ecco chi lascia

Il senatore Enrico Borghi ufficializza il suo passaggio dal Pd a Italia Viva

"Nel Pd mutazione genetica". Ancora una defezione: ecco chi lascia

"Non capita tutti i giorni di vedere un senatore che lascia un partito al 20% per un partito che è dato al 2%. Non mi spaventa molto". Il senatore Enrico Borghi si presenta così alla conferenza stampa in cui ufficializza il suo passaggio dal Pd a Italia Viva, già annunciato in mattinata agli organi di stampa.

Il senatore piemontese ribadisce che il suo addio al Pd nasce dalla "constatazione oggettiva" che, da quando Elly Schlein è divenuta segretaria, la notte del 26 febbraio scorso, "il Pd ha fatto una mutazione genetica che non risponde più all'originaria pulsione che portò tanti di noi a pensare che quel progetto potesse essere il partito del nuovo secolo, come immaginavamo allora". La seconda considerazione è un'analisi politica di chi "non si arrende all'idea di una merkelizzazione di Giorgia Meloni". Borghi ritiene che la destra italiana vorrebbe dirsi conservatrice come gli altri grandi partiti conservatori europei, ma è diversa da questi ultimi "che si sono tutti detti antifascisti". "Eppure Meloni - continua il neo senatore di Italia viva- sta cercando di sfondare al centro, aiutata da un Pd che si sposta su posizioni radicali". Borghi è convinto che l'Italia "abbia bisogno di qualcosa di diverso di un derby tra una destra massimalista che fatica a farsi conservatrice e una sinistra identitaria che fatica a farsi maggioritaria".

Una grande soddisfazione per l'arrivo di "un amico e un collega come Borghi" è stata espressa da Matteo Renzi. "Il Terzo polo - continua - ha uno spazio indipendentemente da quello che penso io, Calenda o Magi. Non possiamo non prenderne atto. Quando le strade si rincrociano è sempre un momento bello", ha detto il leader di Italia Viva secondo cui "la politica è scelta" e "ci vuole più coraggio a lasciare la strada in cui si sta". "Ve lo dice uno che ha fatto quel gesto", aggiunge Renzi, convinto "che il progetto del Terzo polo è più credibile".

"Non sono alla ricerca di un ruolo per me, io sono convinto che il progetto del Terzo Polo serva al Paese'', conclude Renzi assicurando di non voler rompere i gruppi unitari con Azione. Anzi, ''Borghi non è il sesto senatore, per noi è il decimo senatore de gruppo del Terzo Polo".

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