Primo sì al test psicologico per le toghe

Ok, il test è giusto. Via libera della commissione Giustizia al Senato all'introduzione della valutazione psicoattitudinale per i candidati che entrano in magistratura

Primo sì al test psicologico per le toghe
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Ok, il test è giusto. Via libera della commissione Giustizia al Senato all'introduzione della valutazione psicoattitudinale per i candidati che entrano in magistratura. È una vittoria del relatore, il capogruppo di Forza Italia in commissione Pierantonio Zanettin, che ha chiesto anche all'esecutivo di valutare se, nel fascicolo personale sulla professionalità del magistrato, è opportuno che finiscano tutti gli atti e i provvedimenti redatti da ciascun magistrato, non soltanto quelli scelti a campione. Una proposta figlia di una delicata sintesi trovata dentro la maggioranza dopo i dubbi di Fdi, non condivisi da Forza Italia (da sempre a favore dei test) e Lega per bocca della presidente della commissione Giulia Bongiorno.

«Sono indispensabili - dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri - ne parliamo da anni. Chi protesta parla a vuoto». Nel mirino del capogruppo azzurro c'è il senatore Pd Walter Verini, che su X evoca l'attacco di Silvio Berlusconi «ai magistrati mentalmente disturbati»: «Dopo i manganelli e gli attacchi all'informazione, arriverà il Tso ai magistrati che contrastano corruzione e malaffare?». «Forse per qualche caso Verini ha proprio ragione. Abbiamo visto inchieste talmente fantasiose e accuse così strampalate che probabilmente avrebbero reso plausibile il ricorso al Tso», è la controreplica di Gasparri.

Al Giornale Zanettin replica: «Mi stupisco per lo stupore, i test sono previsti per forze dell'ordine e altre selezioni persona pubbliche e private, perché stupirsi?». Qualche riserva l'aveva manifestata persino il Guardasigilli Carlo Nordio («non è uno scandalo ma il tema è delicatissimo») in una recente intervista al Corriere della Sera, salvo poi chiarire la sua posizione, riportata per iscritto nei suoi testi degli ultimi 20 anni: «Questo esame è previsto per la polizia giudiziaria, non sarebbe uno scandalo se fosse esteso ai pm che ne sono i capi. Ma va discusso con grande pacatezza e con le interlocuzioni del Csm e degli ordini forensi». Il presidente dell'Unione delle Camere penali Francesco Petrelli sottolinea la non contrarietà ai test ma prima «serve la modifica del concorso, inadeguato a individuare i più meritevoli, con risultati affidati più al caso che alla competenza» e poi bisogna «rendere effettiva la valutazione che dovrebbe essere effettuata sui magistrati in tirocinio, per escludere quanti non abbiano dato prova non solo di competenze professionali, ma ancor prima di doti di equilibrio, che sono il presupposto per l'esercizio delle funzioni giurisdizionali».

L'Anm sale sulle barricate, assieme ai Cinque stelle.

Mentre il Movimento parla di «un'evidente forzatura, la legge Cartabia non contiene una delega per l'introduzione di una simile previsione», il sindacato dei magistrati pianta dei paletti precisi, evoca il rischio di «un clima conflittuale tra politica e magistratura» e sottolinea come gli strumenti per valutare la idoneità dei magistrati ci siano già: «Il governo non ha le idee chiare sui vuoti di organico - dichiara la vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati Alessandra Maddalena - questo screening di massa avrebbe il solo effetto di rallentare l'iter di riempimento delle piante organiche. L'equilibrio di un magistrato si verifica negli uffici giudiziari, attraverso le periodiche valutazioni di professionalità».

In passato il presidente Giuseppe Santalucia aveva stigmatizzato la criticità sulle «garanzie di affidabilità e arbitrarietà» di questi test psicoattitudinali.

Per i grillini in commissione Giustizia al Senato Anna Bilotti, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato, invece «i test ripropongono uno dei punti qualificanti del Piano di rinascita democratica di Licio Gelli».

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